Locali ad uso medico(2/2)
Rispetto alla vecchia norma non è più ammesso l'anello equipotenziale ed è richiesto il collegamento anche delle masse al nodo. Le masse degli apparecchi fissi e le masse estranee poste al di fuori della zona paziente non è quindi più necessario che siano collegate al nodo equipotenziale mentre devono essere collegati al nodo i conduttori di protezione delle prese a spina che alimentano apparecchi che potrebbero entrare nella zona paziente. Masse estranee, se di metallo, sono solitamente le tubazioni dell'impianto idrico, termico e del gas, mentre gli infissi delle finestre e delle vetrine in metallo si considerano masse estranee se risultano in comune con locali di altri condomini oppure, se di esclusivo uso personale, solo se presentano una resistenza verso terra inferiore a 200 ohm (fig. 1.2.4).
Fig. 1.2.4 – Collegamenti al nodo equipotenziale delle masse estranee
Per collegare le masse estranee al nodo o all'anello equipotenziale dovranno essere impiegati conduttori in rame con sezione non inferiore a 6 mm2, numerati ai due capi per permetterne una più facile individuazione durante le misure periodiche. Il nodo equipopotenziale non necessariamente deve servire un unico ambulatorio ma può essere in comune a più locali contigui e sarà realizzato in modo da facilitare l'esecuzione delle misure prescritte. Il nodo equipotenziale sarà infine collegato all'impianto di terra mediante un conduttore di sezione non inferiore a quella del conduttore equipotenziale di maggior sezione connesso al nodo equipotenziale. Non è ammessa la connessione delle masse estranee in cascata mediante ponticello ad eccezione delle tubazioni metalliche (acqua calda e fredda, scarichi se di metallo ecc..) per le quali si dovranno utilizzare per i collegamenti conduttori di sezione non inferiore a 6 mm2 facenti capo ad appositi collari dotati di vite per la connessione dei conduttori con capocorda a compressione (fig. 1.2.5). Il limite di resistenza di tutti i collegamenti, tenuto conto della resistenza di contatto delle connessioni, con la vecchia norma non doveva essere essere superiore a 0,15 ohm. Impiegando un conduttore di rame di 6 mm2 e considerando che un metro di conduttore di 6 mm2 di sezione presenta una resistenza di circa 0,03 ohm si potevano ottenere, con le connessioni eseguite a regola d'arte, questi valori di resistenza con una discreta facilità per lunghezze inferiori ai 50 metri. Ora il valore limite di resistenza è stato aumentato a 0,2 ohm e viene applicato solo ai locali del gruppo 2 e non più ai locali del gruppo 1 dove non è più richiesta la misura della resistenza dei collegamenti equipotenziali ma la sola prova di continuità. Nei locali di gruppo uno occorre prevedere l'illuminazione di sicurezza con almeno un apparecchio per ogni locale con un tempo di commutazione non superiore a 15s.
Fig. 1.2.5 – Non è ammessa la connessione in cascata delle masse estranee ad eccezione delle tubazioni metalliche
1.3 Ambulatori di gruppo 0 (ex tipo B)
Sono classificati come ambulatori di gruppo 0 quegli ambienti in cui non sono impiegati apparecchi elettromedicali con parti applicate al paziente (ad esempio l'ambulatorio del medico di base dove la visita non comporta l'impiego di nessuna apparecchiatura elettrica applicata al paziente). Non esistono per gli impianti installati in questi ambienti particolari accorgimenti da adottare; si applicano le norme elettriche generali e non vige più l'obbligo di proteggere i circuiti mediante interruttore differenziale con Idn non superiore a 30 mA o realizzare il collegamento equipotenziale principale. Come per gli ambulatori di gruppo 1 se si tratta di locali inseriti all'interno di strutture con destinazioni d'uso diverse da quelle di uso medico la struttura che ospita questi locali è soggetta all'obbligo di progetto.
1.4 Consegna e messa in funzione dell'impianto
Prima della messa in funzione dell'impianto l'installatore deve procedere alle misure e alle verifiche atte a stabilirne la corrispondenza normativa. In particolare, dopo aver effettuato tutte le verifiche ordinarie (misura della resistenza dell'impianto di messa a terra, prova di continuità dei conduttori equipotenziali, prova degli interruttori differenziali ecc..). I risultati delle verifiche, se di esito positivo, andranno annotate (non è più necessario un registro) e controfirmate dal tecnico che ha eseguito le misure. Tali verifiche dovranno essere ripetute periodicamente, ad intervalli regolari, per accertare il mantenimento dei requisiti tecnici iniziali. Gli interventi di manutenzione e le eventuali modifiche che l'impianto dovesse subire nel corso degli anni dovranno essere regolarmente documentate integrando eventualmente il progetto quando necessario. Il tecnico in sede di verifica richiederà tali documenti provvedendo eventualmente all'aggiornamento dei dati.
TIPO DI VERIFICA |
PERIODICITA' |
Prove funzionali dei dispositivi di controllo dell'isolamento |
6 mesi |
Prova di intervento alla corrente nominale dei dispositivi differenziali |
1 anno |
Esame a vista e prova di continuità dei collegamenti equipotenziali e impianto di terra |
3 anni |
Verifica funzionale delle apparecchiature per l'alimentazione di sicurezza con motori a combustione |
- prova a vuoto: 1 mese
- prova a carico per 30 min:
4 mesi |
Verifica funzionale delle apparecchiature per l'alimentazione di sicurezza a batteria |
6 mesi |
Controllo della taratura dei dispositivi di protezione regolabili |
1 anno |
Tab. 1.4.1 – Periodicità delle verifiche sugli impianti negli ambulatori di gruppo 1 e 2
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