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SICUREZZA ELETTRICA  


 

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LA SICUREZZA ELETTRICA IN BASSA TENSIONE 

Il progetto (5)

15.6.2  Protezione da corto circuito e sovraccarico

La massima corrente di corto circuito che può sollecitare la linea in esame è quella che si verifica per un guasto immediatamente a valle del trasformatore (Fig. 15.3 - guasto A). Questo tipo di verifica normalmente non è effettuata poiché si considera, se i collegamenti sono eseguiti a regola d’arte, molto improbabile che un tale evento si verifichi. In ogni caso, per questo tipo di guasto, interviene la protezione del lato media tensione. Più interessante ai fini pratici è il guasto che potrebbe verificarsi subito dopo l’interruttore generale di bassa tensione (fig. 15.3 - guasto B). Comunque, per meglio analizzare il problema, si ritiene utile verificare la protezione da corto circuito per entrambi i guasti. La verifica può essere così condotta (vedi anche capitolo “Cabine di trasformazione d’utente”):


 


Fig. 15.3 – Guasti in cabina

·         Guasto punto "A"

1.        Si procede innanzitutto alla determinazione dei parametri del circuito di guasto:

- l’impedenza della rete di media tensione vale:

- le due componenti dell’impedenza, RMT e XMT, sono date da:

                                

- per semplificare, il valore dell’impedenza del lato media tensione può essere assunto con buona approssimazione come puramente reattivo (essendo ) quindi si può normalmente ritenere:

2.        rilevando i parametri caratteristici del trasformatore dalle tabelle fornite dai costruttori si può calcolare l’impedenza e le sue componenti:

- la resistenza del trasformatore è data da:

       - la reattanza del trasformatore è data da:

       - l’impedenza di corto circuito a valle del trasformatore vale quindi:

3.        Si può determinare ora la ICC (BT) sul lato bassa tensione:

4.        Si riferisce la ICC (BT) di bassa tensione al lato media tensione dividendola per il rapporto di trasformazione kT:

5.        Si determina il tempo di intervento t del fusibile di  protezione lato media tensione alla corrente di corto circuito ICC (MT)   ora riferita al lato media tensione che in questo caso corrisponde a (fig. 15.4):


Utilizzando un interruttore automatico il risultato non cambia di molto (fig. 15.5). Si ha, infatti, un intervento praticamente istantaneo per corrente

6.        Disponendo ora del tempo di intervento della protezione e conoscendo la corrente di corto circuito massima lato bassa tensione ICC (BT) è possibile verificare se il cavo è in grado di sopportare l’energia specifica passante. Ricordando che il coefficiente K per un cavo isolato in EPR vale 143 e che si hanno due conduttori per fase in parallelo deve essere:

L’energia specifica sopportabile dal cavo è superiore all’energia specifica passante per cui il conduttore risulta idoneo all’installazione. Conoscendo la ICC (BT) e i tempi di intervento delle protezioni si può calcolare la sezione minima necessaria per il conduttore equipotenziale che collega la massa del trasformatore al nodo. Se usiamo un conduttore isolato in EPR si ha:

Alla luce di questi risultati si può scegliere una sezione di 95 mm2 (la sezione potrà essere modificata in fase di verifica delle tensioni di contatto sulle masse di cabina per migliorare, se necessario, le condizioni di protezione delle persone) o, visto il breve tratto, per uniformità con gli altri conduttori di protezione di 120 mm2.


 

                                        

Fig. 15.4 – Curve di intervento di fusibili MT 

   Fig. 15.5 – Curve di intervento di uno sganciatore
elettromagnetico per interruttore MT

                                                                  

continua...

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