LA SICUREZZA ELETTRICA
IN BASSA TENSIONE
Dispositivi di manovra
e protezione (11)
10.6.10
Selettività delle protezioni
L’articolo 536.1 della Norma CEI 64-8
è dedicato alla selettività tra dispositivi di protezione contro
le sovracorrenti : “Quando più dispositivi di protezione
sono posti in serie e quando le necessità di esercizio lo giustificano,
le loro caratteristiche di funzionamento devono essere scelte
in modo da staccare dall’alimentazione solo la parte dell’impianto
in cui si trova il guasto”. In definitiva si dovrà fare in modo
che in presenza di un guasto intervenga unicamente il dispositivo
di protezione installato immediatamente a monte del punto guasto.
Gli altri dispositivi attraversati dalla corrente di guasto
dovranno rimanere chiusi e consentire al resto dell’impianto
sano di rimanere alimentato. Gli interruttori automatici di
bassa tensione sono suddivisi in due categorie fondamentali :
interruttori in scatola isolante e interruttori di tipo aperto.
Entrambe queste tipologie di dispositivi vengono a loro volta
classificate in funzione del tipo di intervento che può essere
istantaneo o selettivo. A questo scopo le Norme fanno corrispondere
questa classificazione a due categorie di utilizzo, rispettivamente
A (istantanei) e B (selettivi). Per meglio orientarsi
tra funzioni e limiti relativi all’impiego
degli interruttori selettivi si ritiene utile richiamare alcuni
concetti fondamentali riguardanti la selettività. La selettività
si ottiene con il coordinamento tra due o più interruttori posti
in serie (‘in cascata’) sui diversi circuiti di un impianto
e può essere amperometrica o cronometrica.
Fig. 10.25 -
Selettività degli interruttori posti in cascata
10.6.11
Selettività amperometrica naturale
Viene ottenuta coordinando opportunamente
i valori di corrente nominale della catena di interruttori.
In pratica si deve far in modo che la caratteristica di intervento
a tempo inverso dell’interruttore posto a monte sia in ogni
punto superiore a quella dell’interruttore a valle. E’ in genere
sufficiente che tra A e B esistano almeno due grandezze di differenza
tra le rispettive correnti nominali(valori maggiori per gli
interruttori a monte). La selettività amperometrica è in effetti
piuttosto difficile da ottenere ed è generalmente garantita
solo per i sovraccarichi e non per i corto circuiti ; il
risultato è spesso una selettività parziale.
Fig. 10.26 -
Selettività amperometrica fra interruttori automatici con diverse
correnti nominali.
A è selettivo rispetto a B
per sovracorrenti non superiori alla sua soglia inferiore di
intervento magnetico. Se per esempio InA=250 A e
Im1=5xInA si ha selettività in sovraccarico
fino a 1250 A.
10.6.12
Selettività amperometrica fra interruttori rapidi e
interruttori limitatori (selettività energetica)
Si ottiene installando a monte un interruttore
di tipo rapido con un tempo di prearco dell’ordine di 2-3 ms
e a valle un interruttore limitatore con tempi di prearco di
0,6-1 ms. La selettività si realizza se l’energia specifica
di corto circuito lasciata passare dall’interruttore posto
a valle è minore di quella richiesta per azionare lo sganciatore
magnetico dell’interruttore posto a monte. E’ un tipo di selettività
che deve essere dichiarata dal costruttore che la determina
mediante prove di laboratorio ed è in genere possibile fino
a prestabiliti valori di corrente presunta di cortocircuito
(10-15 kA) sempre indicati dal costruttore.
Fig. 10.27 -
Selettività amperometrica tra interruttori rapidi e interruttori
limitatori. E’ indicata dal costruttore che la determina mediante
prove. Può essere totale o parziale (cioè fino ad un certo valore
di Icc)
10.6.13
Selettività cronometrica
Si realizza ritardando, con opportuni
dispositivi, di 40-300 ms l’intervento in corto circuito dell’interruttore
posto a monte per dare il tempo all’interruttore posto a valle
di completare l’interruzione. Non esiste incertezza nella selettività
di tipo cronometrico ma nel circuito fluisce un’energia specifica
6-7 volte maggiore di quella lasciata passare da un interruttore
senza ritardo. I componenti protetti e l’automatico stesso devono
sopportare delle sollecitazioni termiche dovute al cortocircuito
molto elevate. E’ per questo motivo che normalmente la selettività
cronometrica viene introdotta solamente per i grossi interruttori
con correnti nominali superiori a 500-630 A.
10.6.14
Classificazione e caratteristiche degli interruttori
selettivi
La Norma CEI 17-5 classifica gli interruttori
in due categorie di utilizzazione.
·
Categoria A - Con questi apparecchi si può ottenere solo la
selettività di tipo amperometrico perché non dispongono di dispositivi
per il ritardo intenzionale dell’intervento per correnti di
corto circuito. Gli interruttori con corrente nominale inferiore
a 500-630 A appartengono a questa categoria.
·
Categoria B - Sono interruttori automatici con dispositivo di
ritardo intenzionale. In corto circuito si può ottenere la selettività
cronometrica introducendo tempi di ritardo variabili da 0 a
300 ms. I dispositivi di ritardo possono essere di tipo elettromeccanico,
nei quali si può regolare solo il tempo di prearco, o a microprocessore,
in cui si possono ottenere regolazioni più complesse. Per questi
apparecchi deve essere specificata la corrente nominale di breve
durata Icw.
Dati caratteristici degli interruttori
da considerare per il coordinamento selettivo sono :
·
tempo di prearco tp
- è il tempo che delimita l’istante t0
di inizio del corto circuito e l’istante tp in cui
i contatti iniziano il movimento di apertura ;
·
tempo d’arco ta
- è il tempo che intercorre tra l’istante tp in cui
i contatti iniziano il movimento di apertura a quello in cui
l’arco si estingue ;
·
tempo totale di interruzione t1=tp+ta
- è il tempo che si frappone fra l’istante dell’insorgere del
corto circuito e l’istante in cui l’interruzione si completa
con l’annullamento della corrente ;
· energia specifica passante a ritardo
nullo -
è ricavabile dalla caratteristica I2t/Icc
dell’interruttore;
·
tempo di ritardo introdotto tr
- è il tempo che intercorre dal manifestarsi del corto circuito
a quello in cui lo sganciatore riceve il consenso all’inizio
dell’operazione di apertura ;
·
tempo totale di prearco tr+t0 ;
·
tempo complessivo di interruzione
tr+t0+ta ;
·
energia specifica passante nel
tempo di ritardo Wr=I2cctr ;
·
energia specifica passante totale
Wtot=Wr+Wi .
10.6.15
La regolazione degli sganciatori
La regolazione ideale delle protezioni
sarebbe quella che determina l’intervento istantaneo con valori
di corrente di poco superiori alla corrente nominale del circuito
da proteggere (valore minimo di corrente e tempo di intervento
zero). Praticamente una tale regolazione non è possibile perché
occorre consentire ai circuiti protetti di superare alcuni funzionamenti
transitori caratteristici del tipo di carico alimentato (esempio
tipico l’alimentazione di un motore asincrono trifase che assorbe
allo spunto una corrente più elevata di quella nominale). Quando
è possibile la regolazione dello sganciatore, la regolazione
ideale sarà quella che pone la curva di intervento la più vicina
possibile agli assi cartesiani senza però interferire con la
curva di corrente caratteristica dei transitori del carico e
senza intersecarsi con le curve degli sganciatori posti a valle
nel caso si voglia ottenere la selettività verticale delle protezioni.
La regolazione dovrà ovviamente tenere conto delle tolleranze
stabilite dalle Norme o, quando fossero inferiori a quelle indicate
dalle Norme (come nel caso degli sganciatori elettronici), dal
costruttore.
10.6.16 Regolazione degli
interruttori selettivi di tipo elettromeccanico
Con questo tipo di interruttori si può
ottenere un ritardo, regolabile generalmente a gradini, fino
a 300 ms. Questo viene generalmente ottenuto agendo su di un
dispositivo di tipo meccanico che aumenta l’inerzia del meccanismo
di sgancio.
Fig. 10.28 -
Regolazione di uno sganciatore elettromeccanico
La massima energia specifica Wtot
lasciata passare in corrispondenza di Icn per il
tempo di ritardo tr massimo deve essere sopportabile
dall’interruttore e in particolare dal bimetallo del relè termico
che è normalmente la parte più debole di tutto l’apparecchio
(per questo motivo, come si è detto, non sono realizzabili interruttori
magnetotermici selettivi con correnti nominali basse). Valutando
in W l’energia sopportata dal circuito tra l’interruttore selettivo
e il primo interruttore più a valle, il tempo tr
da introdurre si determina con la sequenza di operazioni di
seguito indicata (fig. 10.29):
1.
Si determina, mediante il diagramma I2t/Icc
riferito a tr=0, l’energia specifica passante W0
riferita alla corrente presunta di corto circuito Icc nel
punto di installazione del componente che si vuole proteggere ;
2.
Si calcola l’energia massima sopportabile dal componente
da proteggere ponendo W = (Icw(1s) )2,
dove Icw è la corrente nominale massima ammissibile
di breve durata del componente, oppure ponendo W=k2S2
se si tratta di un cavo ;
3.
Il tempo massimo che si può introdurre nella regolazione
è
.
Per tempi calcolati che risultano inferiori
a 100 ms, non essendo disponibile una regolazione più accurata,
l’interruttore selettivo di tipo elettromeccanico non può essere
utilizzato per la selettività cronometrica.
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1.
Energia specifica sopportabile
(I2cw
x 1s) dall’interruttore di manovra:
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W=(4000)2 x 1 = 16 000 000 A2s
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2. Energia specifica lasciata passare dall’interruttore
per Icc=10000 A :
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W0=4
x 106=4 000 000 A2s
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3.
Tempo di ritardo massimo ammissibile:
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4. Regolazione da impostare :
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t=100ms |
Fig. 10.29
- Esempio di regolazione e verifica dell’iquadratoti di uno
sganciatore elettromeccanico
continua....
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