LA SICUREZZA ELETTRICA
IN BASSA TENSIONE
Dispositivi di manovra
e protezione (7)
10.6
Interruttore automatico
10.6.1 Generalità
L’interruttore automatico
è un apparecchio meccanico di manovra capace di stabilire, portare
ed interrompere correnti in condizioni normali del circuito
ed inoltre di stabilire, portare per una durata specifica ed
interrompere, correnti in condizioni anormali specificate del
circuito, ad esempio quelle di corto circuito. L’interruttore
è tra l’altro caratterizzato dall’avere due posizioni che mantiene
in condizione di riposo (dopo la manovra che le ha determinate)
senza che sia necessario un ulteriore apporto di energia. E’
un apparecchio in grado di connettere e disconnettere un circuito
dall’alimentazione mediante un’operazione, manuale o automatica,
in genere di tipo indipendente perché permette di raggiungere
le posizioni di aperto e chiuso senza arresto in posizioni intermedie
con velocità di apertura/chiusura svincolata dalla velocità
di manovra dell’operatore. La parola ‘automatico’ sta ad indicare
un apparecchio che interviene automaticamente quando è attraversato
da una corrente superiore alla sua corrente nominale. Le modalità
dell’intervento dipendono essenzialmente dall’entità della sovracorrente
e dalla caratteristica di intervento dell’interruttore. Ogni
interruttore è fornito di due sganciatori di sovracorrente di
cui uno (relè termico), a tempo inverso, provoca l’apertura
con un ritardo inversamente proporzionale al valore della sovracorrente,
mentre l’altro (relè elettromagnetico), ad intervento istantaneo
provoca l’intervento a partire da un determinato valore di sovracorrente
(relativamente elevato) con un tempo pressoché costante.
Fig. 10.12
- Segni grafici di interruttori automatici magnetotermici e
differenziali
10.6.2 Classificazione
In base ai tempi di interruzione
della corrente di corto circuito si identificano i seguenti
tipi di interruttori :
Limitatore - l’interruzione
viene fortemente anticipata rispetto allo zero naturale della
corrente ;
Rapidi - l’interruzione
avviene al primo o al secondo passaggio della corrente per lo
zero naturale ;
Selettivi - l’interruzione
viene volutamente ritardata ed avviene dopo alcuni periodi per
permettere la selettività tra interruttori posti in serie ;
Interruttori aperti
o in aria - sono interruttori caratterizzati da notevoli
dimensioni e vengono impiegati per usi prevalentemente di tipo
industriale. Possiedono correnti nominali, correnti di breve
durata e poteri di corto circuito piuttosto elevati. Vengono
impiegati come interruttori di macchina a valle dei trasformatori
di MT/BT di generatori e per partenze con elevate correnti di
impiego (1000-2000 A);
Interruttore scatolato -
sono interruttori in cui la scatola che li contiene, normalmente
di materiale plastico, funge da supporto per le parti meccaniche
e da isolante tra le fasi e verso massa e da protezione contro
i contatti indiretti ;
Interruttore
modulare - sono interruttori impiegati prevalentemente nel
civile e nel terziario e sono caratterizzati da dimensioni modulari
unificate. Queste caratteristiche permettono una facile installazione
a scatto su supporti di tipo normalizzato.
10.6.3 Sganciatori
Lo sganciatore è un dispositivo
che ha il compito, sotto l’influenza di una particolare grandezza,
di comandare il rilascio degli organi di ritegno dell’interruttore
e di permetterne l’apertura o la chiusura. In relazione alle
grandezze di alimentazione dei sensori che determinano l’intervento
si possono individuare due gruppi fondamentali di sganciatori :
·
sganciatori di
corrente in cui lo sgancio avviene al superamento di un
predeterminato valore di corrente ;
·
sganciatori di
tensione in cui lo sgancio avviene al passaggio attraverso
determinati valori di tensione che possono essere superiori
o inferiori ad un determinato livello di soglia prestabilito.
Una ulteriore classificazione
può essere ottenuta in base ai tempi d’intervento degli sganciatori :
·
sganciatori istantanei
in cui l’intervento avviene all’apparire della causa senza nessun
ritardo intenzionale ;
·
sganciatori a
tempo indipendente in cui è presente una regolazione sul
ritardo indipendente dalla grandezza che ha provocato l’intervento ;
·
sganciatori a
tempo inverso in cui lo sgancio dipende dall’inverso della
grandezza che ha pilotato lo sgancio.
Un’ultima classificazione
può essere fatta in base al tipo di alimentazione degli sganciatori :
·
sganciatori primari
in cui l’alimentazione è derivata direttamente dalla corrente
del circuito principale dell’interruttore ;
·
sganciatori secondari
in cui l’alimentazione è ottenuta dalla corrente del circuito
primario attraverso un derivatore o trasformatori di corrente.
Gli sganciatori più diffusi
sono i tradizionali di tipo elettromeccanico (magnetici e termici)
anche se si vanno sempre di più diffondendo gli sganciatori
elettronici a microprocessore.
Sganciatori
magnetici
Il dispositivo magnetico
è uno sganciatore di tipo istantaneo il cui circuito è concatenato
con la corrente del circuito di potenza che determina, al di
sopra di un determinato valore di corrente (a meno delle tolleranze
previste dalle Norme), l’attrazione di un nucleo ferromagnetico
che libera gli organi di ritegno dell’interruttore causandone
l’apertura. Negli interruttori di tipo industriale (correnti
superiori a 200-250 A) è possibile introdurre dei ritardi sull’apertura
agendo direttamente sui cinematismi o intervenendo con dei dispositivi
a tempo.
Fig.
10.13 - Curva di intervento caratteristica di
sganciatore magnetico istantaneo di massima corrente
Sganciatori
termici
E’ un dispositivo cosiddetto
a tempo inverso che sfrutta la deformazione di un elemento bimetallico.
Il bimetallo è infatti sensibile al passaggio della corrente
che lo riscalda provocandone la dilatazione. Essendo questo
un dispositivo sensibile alla temperatura è necessario adottare
provvedimenti per compensare l’eventuale variazione della temperatura
ambiente. Negli interruttori di tipo industriale è in genere
consentita la regolazione della corrente di intervento per la
protezione dai sovraccarichi (comunemente chiamata di corto
ritardo). Questo consente di adeguare il livello di protezione
ai bisogni del circuito e di ottimizzare la sezione dei cavi.
Fig. 10.14
- Curva di intervento caratteristica di sganciatore di massima
corrente a tempo inverso
Sganciatore elettronico di massima corrente
E’ un tipo di sganciatore
che si avvale dell’ausilio di trasformatori di corrente in genere
inseriti sui poli dell’interruttore che forniscono sia il segnale,
elaborato da un microprocessore, per pilotare lo sganciatore
che la potenza necessaria per l’operazione di sgancio. Offrono
diverse possibilità di regolazione dei valori di corrente, dai
più semplici, che permettono di regolare la corrente di intervento
della protezione termica (lungo ritardo) e di quella contro
i corto circuiti (corto ritardo), ai più complessi che offrono
la possibilità di regolare sia le correnti sia i tempi di intervento.
Fig. 10.15
– Caratteristica di intervento dei relè elettronici
10.6.4 La scelta degli sganciatori
La scelta viene normalmente
effettuata sulla base di considerazioni tecnico-economiche,
legate alle caratteristiche dell’impianto da proteggere e della
necessità di ottenere una eventuale selettività tra le protezioni.
Dal punto di vista tecnico deve essere garantita la protezione
contro i sovraccarichi, contro i corto circuiti e la protezione
delle persone secondo le regole fissate dalle Norme. Dal punto
di vista economico gli sganciatori più semplici, quelli a bimetallo,
sono i meno costosi ma offrono, rispetto a quelli elettronici,
più costosi, una precisione di intervento minore. Quelli di
tipo elettronico, tra l’altro, garantiscono la costanza della
corrente di intervento della protezione termica al variare della
temperatura nel punto di installazione mentre, gli sganciatori
magnetotermici, intervengono a valori diversi di corrente in
funzione della temperatura raggiunta all’interno del quadro
in cui sono installati.
10.6.5 Tecniche di interruzione
In bassa tensione l’interruzione
di forti correnti è quasi sempre ottenuta in aria con l’impiego
di celle di estinzione del tipo dejon. I meccanismi di estinzione
dell’arco e di interruzione della corrente avviene nel modo
di seguito indicato :
·
allungamento dell’arco all’interno delle singole celle di estinzione ;
·
raffreddamento dell’arco per dissipazione di calore nell’aria
circostante e sugli elementi ceramici e metallici delle
celle ;
·
frazionamento dell’arco e conseguente riduzione della tensione
d’arco al di sotto del valore di stabilità ;
·
aumento della velocità di spostamento dell’arco. Questo effetto
può essere ottenuto tramite la configurazione a corno del contatto
mobile, mediante l’utilizzo di materiali ferromagnetici per
aumentare il campo magnetico, mediante l’impiego di materiali
che in presenza di temperature elevate emettono gas che sono
in grado di spingere l’arco nelle celle di estinzione dejon.
Fig. 10.16
- Poteri di interruzione Icn in funzione della
corrente nominale In
Gli interruttori, in
relazione alla tecnica di interruzione, si possono suddividere
in due tipologie :
·
interruttore automatico ‘limitatore’ che sfrutta l’effetto
di repulsione tra correnti di verso contrario provocando un
movimento di allontanamento anche del contatto fisso. L’effetto
di limitazione, che è sfruttato da tempo nei fusibili, viene
ottenuto con tempi di apertura (tempo che intercorre all’apparire
della causa che provoca l’intervento e l’istante in cui i contatti
d’arco si sono separati in tutti i poli) dell’ordine del millisecondo
e con contatti e camere d’arco che introducono nel circuito
elevate tensioni d’arco in tempi molto brevi. In questo modo
il valore di cresta risulta notevolmente inferiore rispetto
a quello della corrente presunta. Quasi tutti gli interruttori
della nuova generazione sono di tipo più o meno limitatore per
ridurre gli ingombri ed aumentare il potere d’interruzione (da
notare che gli interruttori modulari con piccole correnti nominali
da 0,5 a 5 A hanno la resistenza del polo di valore elevato
che limita la corrente di corto circuito presunta senza l’impiego
di altri artifici);
·
interruttori
di tipo rapido che sono caratterizzati da una durata di
apertura dell’ordine di alcuni millisecondi per correnti nominali
fino a 200 A e la decina di millesecondi per correnti nominali
dell’ordine dei mille A.
Fig. 10.17 -
Confronto tra la corrente di cresta interrotta da un interruttore
limitatore e il valore di cresta della corrente presunta
continua....
|