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LA SICUREZZA ELETTRICA
IN BASSA TENSIONE
Dispositivi di manovra
e protezione (4)
10.4.4 Selettività
La corrente differenziale di non intervento
è, come abbiamo detto, il massimo valore di corrente differenziale
per il quale sicuramente il dispositivo non interviene (IDn0=0,5IDn ).
Nell’intervallo IDn-0,5Idn
l’interruttore non ha un comportamento certo : può intervenire
come può non intervenire. Nella scelta della corrente differenziale
nominale d’intervento si deve tenere conto, oltre che del coordinamento
con l’impianto di terra, anche dell’insieme delle correnti di
dispersione dell’impianto, la cui somma vettoriale sulle singole
fasi, se si vuole garantire la continuità del servizio, non
deve superare 0,5IDn . Anche
senza un guasto verso terra le correnti di dispersione possono
assumere valori elevati per uno dei seguenti motivi : l’impianto
è in condizioni di conservazione precario oppure nelle macchine
risulta insufficiente l’isolamento verso terra, gli apparecchi
disperdono verso terra correnti superiori ai normali valori,
l’impianto elettrico è molto vasto e ogni dispositivo differenziale
alimenta un numero troppo elevato di utilizzatori. I rimedi
da adottare per risolvere questi problemi possono essere :
nel primo caso, revisione dell’impianto ; nel secondo caso,
adozione di un trasformatore d’isolamento (è il caso di alcune
apparecchiature elettroniche in cui le norme CEI 74-2 ammettono
correnti di dispersione fino al 5% della corrente nominale.
Sugli apparecchi che presentano correnti di dispersione maggiori
di 3,5 mA è comunque richiesta, secondo tale Norma, l’esposizione
del seguente avviso ‘Corrente di dispersione elevata,
è essenziale il collegamento a terra prima del collegamento
alla rete’ ) ; nell’ultimo caso, è bene installare, anziché
un solo dispositivo differenziale generale, più dispositivi
differenziali sui vari circuiti (almeno i principali) migliorando
in tal modo anche la selettività orizzontale evitando
in tal modo che un guasto a terra in un punto qualsiasi di un
circuito possa mettere fuori servizio tutto l’impianto. Un punto
debole nel sistema di protezione è però individuabile tra l’interruttore
generale senza sganciatore differenziale e i relè differenziali
(ad esempio quando sono installati all’interno dello stesso
quadro metallico) dove, in caso di guasto a massa, la protezione
non è assicurata. Per ovviare a questo problema è necessario
evitare le masse a monte dei dispositivi differenziali oppure,
ove non fosse possibile, bisogna proteggere i tratti di circuito
compresi tra l’interruttore generale e gli interruttori differenziali
con isolamento doppio o rinforzato.
10.4.5 Interruttori differenziali
di tipo S (selettivo)
Due interruttori differenziali in
serie, per evitare interventi intempestivi e creare disservizi
nella conduzione dell’impianto, devono garantire la selettività
verticale. Due dispositivi differenziali sono selettivi
se le loro zone di intervento non si sovrappongono. Il tempo
minimo di non intervento dell’interruttore a monte deve essere,
per ogni valore di corrente, superiore al tempo massimo di
interruzione dell’interruttore a valle.
10.4.6 Interruttori differenziali
di tipo AC, A, B
In funzione delle diverse tipologie delle
correnti di guasto che devono essere correttamente interrotte
dai dispositivi differenziali, le norme definiscono tre tipi
di dispositivi che identificano con le sigle AC, A, B. Il tipo
AC è in grado di intervenire correttamente per tutte le correnti
di guasto alternate sinusoidali, il tipo A interviene indifferentemente
sia per correnti di guasto alternate sia pulsanti unidirezionali
e, infine, il tipo B oltre ad avere le caratteristiche di sensibilità
alle correnti come il tipo A è in grado di intervenire anche
per le correnti differenziali di tipo continuo. Di seguito
vengono presi in esame i vari tipi di dispositivi differenziali
e vengono date indicazioni per una scelta corretta in funzione
della tipologia di corrente di guasto verso terra su cui sono
chiamati ad intervenire.
continua....
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