LA SICUREZZA ELETTRICA
IN BASSA TENSIONE
Protezione
attiva dai contatti indiretti in relazione al sistema di distribuzione
(2)
7.1.4
Protezione con dispositivi differenziali
Il relè differenziale
è un dispositivo che rileva una differenza tra le correnti
entranti e uscenti da un circuito (in condizioni normali sia
in monofase, sia in trifase, sia in trifase con neutro, la
somma delle correnti è sempre uguale a zero). Nel caso che
si verifichi un guasto a terra una parte della corrente fluisce
verso il terreno e la risultante della somma delle correnti
non è più uguale a zero. La corrente risultante produce
un flusso che induce su di un terzo avvolgimento una corrente
che è in grado di fare intervenire l’interruttore differenziale
quando la corrente differenziale IDn
supera il valore di soglia per la quale è tarato. Impiegando
un interruttore differenziale la relazione che deve essere
verificata diventa:
(7.6)
L’unica differenza tra
la relazione 7.6 e la 7.5 consiste nel denominatore: mentre
le correnti I5s dipendono dalla corrente nominale
dell’interruttore e possono essere dell’ordine delle centinaia
di ampere, la corrente IDn
è indipendente dalla corrente nominale del dispositivo differenziale
e può assumere valori variabili da qualche millesimo di ampere
a qualche ampere. Risulta in questo modo più agevole il coordinamento
con l’impianto di terra (Ad es. con UL uguale a
50V e con IDn
0,03 A la resistenza di terra Rt può essere
)
di quanto non lo fosse con i dispositivi di massima corrente.
La caratteristica d’intervento dell’interruttore differenziale
è stata studiata proprio per soddisfare completamente la curva
di sicurezza. I tempi massimi di interruzione degli
interruttori differenziali per uso generale sono riportati
nella tabella 7.1.
IDn
|
t
|
IDn
2IDn
5IDn
|
0,3
s
0,15 s
0,04 s
|
Tab. 7.1 - Tempi
massimi di interruzione degli interruttori differenziali per
uso generale
7.1.5
Alcune considerazioni sui relè differenziali
·
Impianto di terra comune a più derivazioni
Se ad un impianto di terra
sono collegate masse alimentate da più derivazioni protette
con interruttori differenziali deve essere soddisfatta
la solita relazione
dove IDn
deve essere, come sappiamo, la minor corrente differenziale
nominale per dispositivi differenziali collegati in serie e
la maggior corrente differenziale nominale per dispositivi differenziali
collegati in parallelo. Lo stesso principio vale anche nel caso
di più derivazioni protette in parte con dispositivi a massima
corrente e in parte con dispositivi differenziali. La Rt
dovrà essere calcolata in base alla I5s del dispositivo
a massima corrente essendo questa la corrente nominale d’intervento
più elevata tra i due tipi di dispositivi, annullando però tutti
i benefici derivanti dall’uso dei relè differenziali. In pratica
è opportuno che tutte le derivazioni facenti parte dello stesso
impianto di terra siano protette con interruttori differenziali.
Questo vale anche per edifici con più unità immobiliari perché
se un’unità immobiliare è sprovvista di interruttore differenziale
le tensioni pericolose prodotte da un guasto a terra in tale
unità immobiliare si trasferiscono sulle masse delle altre unità
immobiliari senza che i corrispondenti interruttori differenziali
intervengano.
·
Problemi derivanti dall’installazione dell’interruttore
differenziale
Se, a causa di un guasto
su di una massa, il neutro fosse a terra a valle dell’interruttore
differenziale, potrebbe essere resa inoperante la protezione
differenziale. Il neutro a terra (solitamente a potenziale zero
salvo particolari casi anomali) non provoca l’intervento
del dispositivo differenziale per cui il guasto permane per
un tempo indefinito. Un successivo guasto di una
fase su di un’altra massa, provoca una corrente di guasto che
si richiude tramite il conduttore di neutro a contatto con la
massa stessa e solo in parte verso terra. Il collegamento del
neutro all’impianto di terra locale trasforma di fatto il sistema
TT in un sistema TN e per garantire la sicurezza dai contatti
indiretti dovrebbero essere soddisfatte le condizioni indicate
per tale sistema di distribuzione (questo vale anche nel caso
che il neutro sia collegato all’impianto di terra locale a monte
dell’interruttore differenziale ed è inutile ricordare come
sia importante non collegare, ad esempio scambiandolo col conduttore
di terra, il neutro a terra).
·
Selettività tra interruttori differenziali
Si definisce corrente
differenziale nominale di non intervento il massimo valore di
corrente per il quale sicuramente l’interruttore differenziale
non interviene. Il valore normale di questa corrente è IDn/2
ed entro questo valore il dispositivo non ha un comportamento
definito: può intervenire come può non intervenire. La scelta
della IDn
è condizionata oltre che dal coordinamento con l’impianto di
terra anche dalla somma delle correnti di dispersione di tutto
l’impianto utilizzatore. Per garantire la continuità del servizio
la somma vettoriale di tali correnti di dispersione non dovrebbe
superare IDn/2.
A tal proposito occorre ricordare che le correnti di terra possono
essere eccessive se: l’impianto è in cattivo stato di
conservazione, gli apparecchi utilizzatori hanno correnti di
dispersione che eccedono i valori normali, l’impianto è molto
vasto e sono collegati numerosi apparecchi utilizzatori. Per
rendere selettivo l’intervento dei dispositivi può essere utile
proteggere le singole derivazioni con più dispositivi differenziali
garantendo così una discreta selettività orizzontale del sistema
ed evitando che un guasto in un punto qualsiasi del circuito
provochi la messa fuori servizio di tutto l’impianto. In questo
modo però non si è protetti dai guasti che avvengono tra
l’interruttore generale e gli interruttori differenziali. Sarà
necessario evitare masse lungo questo tratto ovvero, ove non
fosse possibile (interruttore generale nello stesso quadro metallico
in cui sono alloggiati anche gli interruttori differenziali),
bisogna dotare la parte di circuito compresa tra l’interruttore
generale e gli interruttori differenziali di isolamento doppio
o rinforzato. Diverso è il caso in cui anche l’interruttore
generale è differenziale perché nascono
problemi di selettività verticale. Per ottenere una completa
selettività occorre in questo caso utilizzare interruttori differenziali
ritardati.
7.1.6
I collegamenti equipotenziali nei sistemi TT
Se il terreno ed ogni
parte conduttrice simultaneamente accessibile fossero allo stesso
potenziale non vi sarebbe alcun pericolo per le persone. Tecnicamente
questa condizione ideale non può essere raggiunta. Ci
si può avvicinare a tale condizione collegando all’impianto
di terra, tramite il conduttore equipotenziale, non solo le
masse ma anche le masse estranee. In un sistema TT la
tensione totale assunta da una massa a causa di un guasto verso
terra deve essere eliminata in un tempo inferiore a quello previsto
dalla curva di sicurezza rispettando le note condizioni
(come già detto assumendo la tensione a vuoto uguale alla tensione
totale di terra e rispettando le relazioni
o meglio ).
Risulta perciò evidente che una persona è protetta per
le condizioni più sfavorevoli, compreso il contatto tra una
massa e una massa estranea anche quando manca il collegamento
equipotenziale. E’ comunque buona norma effettuare i collegamenti
equipotenziali (tubazioni dell’acqua, del gas, riscaldamento,
armature di ferro delle fondazione in cemento armato degli
edifici ecc..) perché diminuisce la resistenza di terra
dell’impianto (la massa estranea funge da dispersore e quindi
si riduce la tensione totale Ut e si riducono le
tensioni di contatto tra una massa e il terreno), si riducono
le tensioni di contatto tra una massa e una massa estranea perché
diventano equipotenziali e si riducono i rischi per le persone
nel caso in cui dovessero venire meno le condizioni di rispetto
delle relazioni oppure
(ad
esempio a causa di un mal funzionamento dei dispositivi di protezione
oppure di mutamenti stagionali della resistenza di terra). A
favore dei collegamenti equipotenziali resta infine da considerare
che la curva di sicurezza si basa su dati statistici della resistenza
del corpo umano e che quindi potrebbe risultare non sufficiente
per la sicurezza di tutte le persone. Durante un guasto
d’isolamento, essendo trascurabile la caduta di tensione sui
conduttori di protezione, tutte le masse si trovano allo stesso
potenziale. Per portare allo stesso potenziale tutte le masse
e una massa estranea (ad esempio tubazione idrica entrante in
uno stabile) e sufficiente effettuare un collegamento equipotenziale
in prossimità della parte disperdente della massa estranea (radice)
trascurando tutta la restante parte che non è in contatto col
terreno (ad esempio tubazione idrica annegata nella muratura).
Se le parti disperdenti della massa estranea fossero più di
una, cioè se le radici fossero più di una, il collegamento deve
essere ripetuto in corrispondenza di ciascuna di esse.
Fig. 7.2 - Il collegamento equipotenziale principale
nei sistemi TT annulla la tensione di contatto tra le masse
e la massa estranea anche se questa presenta una resistenza
Rl.
Circuito di guasto |
La corrente di guasto
si richiude attraverso il terreno dalla terra degli
utilizzatori verso la terra di cabina |
Impianto di terra |
Utilizzatori e cabina
hanno impianti di terra separati |
Protezione dai contatti indiretti
|
La protezione è
assicurata dal coordinamento tra interruttori differenziali
e impianto di terra. Le carcasse degli utilizzatori
sono tutte collegate all’impianto di terra dell’utente.
La tensione totale di terra applicata agli utilizzatori
in caso di guasto dipende dal valore della resistenza
di terra della cabina e dell'utente. |
Fornitura |
Alimentazione in
bassa tensione direttamente dalla rete di distribuzione.
|
Vantaggi |
Il guasto viene interrotto
tempestivamente all’insorgere del primo difetto di isolamento.
Impianto di terra di semplice realizzazione.
|
Svantaggi |
E’ richiesto l’uso
capillare di relè differenziali |
Tab. 7.2 – Principali caratteristiche
di un sistema TT
continua...
|