LA SICUREZZA ELETTRICA
IN BASSA TENSIONE
Protezione
attiva dai contatti indiretti in relazione al sistema di distribuzione
(1)
7.
Protezione attiva dai contatti indiretti in relazione
al sistema di distribuzione
7.1
Sistemi TT
7.1.1
Circuito equivalente
La tensione di contatto
a vuoto UC0 diventa uguale alla tensione totale
UT se la persona, sufficientemente lontana dal
dispersore, si trova ad un potenziale prossimo allo zero.
Essendo questa la condizione più pericolosa che si può verificare,
per studiare il problema si può assumere, a favore della sicurezza,
la tensione UT.
Fig. 7.1
- a) Circuito di guasto a terra in un sistema TT
b) Circuito elettrico equivalente c) Il circuito di guasto
si comporta come un generatore di tensione Eeq,
essendo Req trascurabile rispetto a Rc+Rtc.
La resistenza
del conduttore di fase e le impedenze del trasformatore (dell’ordine
della decina di ohm) sono trascurabili rispetto alle altre
resistenze del circuito di guasto e, applicando il teorema
di Thévenin-Norton (1) tra i punti A e T
(fig. 7.1), si può ricondurre il circuito di guasto
ad un generatore ideale di tensione di f.e.m. (Eeq)
avente in serie la sola Req:
(7.1)
Sempre tra i punti A e T
col generatore U0 cortocircuitato si ottiene:
(7.2)
La Req è trascurabile
(dell’ordine degli Ohm) rispetto alla resistenza di carico Rc
+ Rtc (dell’ordine delle migliaia di Ohm) ed inoltre
questa approssimazione è senz’altro a favore della sicurezza. Il
contatto di una persona (Rc+Rtc)
non modifica in modo sensibile la tensione preesistente. Per
assicurare la sicurezza delle persone occorre contenere la tensione
sulla massa entro il limite di sicurezza UL, dovrebbe
perciò essere verificata la condizione:
(7.3)
da cui:
(7.4)
La resistenza Rn
del neutro è in genere piuttosto bassa e in un sistema
trifase 380/220 V con una UL uguale a 50V la
Rt dovrebbe essere inferiore a circa 0,3 Ohm :
(1) - Data
una rete comunque complessa, formata da generatori elettrici
e da elementi passivi tutti lineari, ai fini della corrente
che circola in un qualsiasi suo tronco (ad esempio Rc
+ Rtc ) o della tensione ai suoi capi (punti A e
T), è sempre possibile, per il principio di Thévenin-Norton,
schematizzare la restante rete, di cui il tronco considerato
fa parte, con un solo generatore ideale di tensione, la cui
forza elettro motrice indicheremo con Eeq(rappresenta
la d.d.p. che esiste fra i punti della rete tra i quali vi è
il tronco considerato, quando però questo è stato tolto dalla
rete - tensione a vuoto tra i punti A e T) e la cui resistenza
in serie con Req (rappresenta la resistenza vista entro
la rete del tronco considerato quando tutti i generatori ideali
di tensione sono stati cortocircuitati). In generale il calcolo
diEeqe di Req viene eseguito applicando
i principi di Kirchhoff.
7.1.1
Caratteristiche della protezione
Non essendo facile contenere
la tensione sulla massa entro il limite di sicurezza UL,
perché sarebbero necessari valori di Rt troppo bassi
e non potrebbero essere facilmente controllate le eventuali
variazioni che la resistenza di terra del neutro potrebbe subire
col tempo (Il sistema TT è utilizzato prevalentemente come sistema
di distribuzione pubblica e l’utente non conosce il valore della
Rn. Si vogliono infatti distinguere i problemi della
sicurezza dell’utente da quelli della rete di distribuzione
pubblica in bassa tensione), per conseguire la sicurezza occorre
ridurre il tempo di permanenza di tale tensione. Il circuito
deve essere interrotto in un tempo tanto più breve quanto maggiore
è la tensione sulle masse in modo da soddisfare la curva di
sicurezza. Come già si è detto, nell’applicare la curva di sicurezza
si può utilizzare la tensione totale Ut anziché la
tensione di contatto a vuoto UC0 proteggendo in questo
modo anche una persona in contatto con una massa e un punto
all’infinito a potenziale zero (situazione più pericolosa).
Gli interruttori automatici aprono il circuito secondo una curva
caratteristica tempo-corrente. La corrente di guasto Ig
può assumere qualsiasi valore dipendente dalla resistenza Rn,
Rt ed Rg (resistenza del guasto sulla
massa). Un guasto non franco a terra potrebbe diventare pericoloso
se la Ig che circola non fosse in grado di aprire
il circuito in un tempo ti inferiore al tempo ts
corrispondente alla tensione Ut=RtIg.
Si può quindi affermare che la Rt deve avere un valore
coordinato con la caratteristica d’intervento del dispositivo
di protezione in modo che la tensione totale sia eliminata in
tempi inferiori a quelli previsti dalla curva di sicurezza.
A tal proposito la Norma 64-8, in relazione ai sistemi TT, prescrive
che: “Per attuare la protezione mediante dispositivi di massima
corrente a tempo inverso o dispositivi differenziali deve essere
soddisfatta la seguente condizione
dove Rt è la resistenza, in ohm, dell’impianto di
terra nelle condizioni più sfavorevoli; I è il valore, in ampere,
della corrente di intervento in 5 secondi per gli interruttori
magnetotermici o per i fusibili o in 1 secondo per gli interruttori
differenziali; se l’impianto comprende più derivazioni protette
da dispositivi con correnti di intervento diverse, deve essere
considerata la corrente di intervento più elevata”.
7.1.1
Protezione con dispositivi di massima corrente
Dalle curve di sicurezza
si ricava che per tensioni di 50V (luoghi normali) e 25V (luoghi
particolari) un contatto può permanere per un tempo massimo
di 5s. Essendo questa la condizioni limite occorre individuare
una protezione di massima corrente che abbia una caratteristica
tale per cui sia soddisfatta la relazione:
(7.5)
Per correnti superiori
ad I5s le caratteristiche degli interruttori dovrebbero
essere in grado di soddisfare la curva di sicurezza mentre
per correnti minori anche se si supera il tempo di 5s se la
7.5 è soddisfatta, le masse non assumono tensioni (UL)
superiori a 50 V o 25 V e il contatto può permanere per
tempi pressoché infiniti. Poiché normalmente un impianto di
terra è comune a più masse protette con dispositivi di protezione
collegati tra loro in serie o in parallelo, per proteggersi
contro i contatti indiretti, in caso di dispositivi collegati
in serie, nella scelta della corrente da introdurre nella 7.5,
può essere considerato il dispositivo che ha la corrente I5s
più bassa mentre in caso di dispositivi collegati in parallelo
la maggiore tra le correnti I5s (Se a causa
di un guasto d’isolamento una massa disperde una corrente di
guasto Ig tutte le masse collegate allo stesso impianto
di terra assumono la stessa tensione RtIg
e quindi, se si vuole rispettare la relazione la
I5s in caso di dispositivi in parallelo deve
essere la più elevata corrente che determina l’intervento entro
5s). Soddisfare la condizione con
dei normali interruttori magnetotermici non è facile.
La I5s in genere varia dalle quattro alle dieci volte
la In dell’interruttore e quindi per interruttori
con grandi correnti nominali può essere anche molto alta. La
Rt per contro deve essere tanto più bassa quanto
più è alto il valore di I5s. Se l’utilizzatore è
costituito da un carico di 1 kW o 20 kW ai fini della
protezione delle persone non cambia nulla per cui occorre approntare
un impianto di terra che nel caso del secondo carico deve avere,
per mantenere la sicurezza dell’impianto, una Rt
venti volte più piccola che non per il primo caso: si arriva
al paradosso di dover dimensionare l’impianto di terra in base
alla potenza dell’impianto da proteggere e non in base alla
tensione. Questo si spiega col fatto che gli interruttori di
massima corrente sono stati studiati per la protezione dei cavi
e non per la protezione dai contatti indiretti.
continua...
|