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L’importanza dell'impianto di terra nel sistema TT
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Il noto decreto sull'installazione degli impianti, il DM 37/08, all'a rticolo 6, comma 3, “Realizzazione e installazione degli impianti”, specifica (riprendendo pari pari l'ultimo capoverso del comma 8 dell'art. 5 del vecchio DPR 447/91 ) i requisiti minimi per l'adeguamento dei vecchi impianti elettrici nelle unità immobiliari ad uso abitativo realizzati prima del 13 marzo 1990 (realizzati prima dell'entrata in vigore della 46/90): “… si considerano adeguati se dotati di sezionamento e protezione contro le sovracorrenti posti all'origine dell'impianto, di protezione contro i contatti diretti, di protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA ”. In pratica la protezione contro i contatti indiretti può essere ottenuta mediante un semplice interruttore differenziale, avente però corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA, oppure tramite un sistema di protezione equivalente, scelto fra quelli previsti dalle norme Cei (lasciando quindi all'installatore la libertà di scegliere la protezione più opportuna). Dal DM 37/08 il coordinamento dell'interruttore differenziale con un impianto di terra non è dunque espressamente richiesto quando si tratta di adeguare un impianto elettrico installato prima del 13 marzo 1990. Il legislatore, informato delle difficoltà che normalmente si incontrano quando si operano rifacimenti o modifiche di vecchi impianti, ha ritenuto dunque accettabile la sicurezza ottenibile con un semplice interruttore differenziale da 30 mA. L'interruttore differenziale da 30 mA non può però da solo sostituire le misure di protezione contro i contatti indiretti previste dalle norme impianti ed è pertanto auspicabile anche per i vecchi impianti (a maggior ragione se l'impianto è nuovo) che sia associato e opportunamente coordinato con un buon impianto di terra (fig. 1).
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- dispersore intenzionale o artificiale (DA), ottenuto mediante picchetti (puntazze) infissi verticalmente nel terreno, nastri, piastre oppure corde nude interrate orizzontalmente
- dispersore di fatto o naturale (DN), costituito da strutture metalliche interrate come ferri d'armatura, tubazioni metalliche dell'acqua (non sono solitamente utilizzabili le tubazioni dell'acquedotto pubblico), schermi metallici dei cavi, ecc..
- conduttore di terra (CT), collega i dispersori fra loro e al collettore principale di terra, gli eventuali tratti di corda nuda a contatto col terreno devono essere considerati parte del dispersore. E' consigliabile proteggere la parti interrate e quelle emergenti mediante tubi per migliorare le difese contro la corrosione e contro gli urti
- collettore principale di terra, è il nodo principale, realizzato mediante sbarra o morsettiera, al quale fanno capo le diverse parti dell'impianto
- collegamenti equipotenziali principali (EQP), collegano al collettore principale di terra le masse estranee (tubazioni dell'acqua,del gas, ecc..) entranti alla base dell'edificio
- pozzetto di ispezione, non obbligatorio
- conduttore di protezione principale montante (PE), connette il collettore principale di terra con i PE di collegamento alle masse e con i conduttori equipotenziali di collegamento alle masse estranee
- derivazione principale sul PE con collegamento passante senza interruzione del PE montante
- conduttore di protezione secondario (PE), collega le masse al collettore principale di terra tramite il PE montante
- collegamenti equipotenziali supplementari (EQS), collegano le masse estranee fra loro e al conduttore di protezione
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Figura 1 – I componenti fondamentali dell'impianto di terra sono >
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