3.3 Impianti di rivelazione incendi indirizzati ad anello (loop)
In questi impianti la solita linea bifilare che parte dalla centrale di controllo non termina con la resistenza di fine linea ma si richiude sulla centrale formando un anello chiuso. Tale struttura possiede i tipici vantaggi delle configurazioni ad anello: se avviene un'interruzione lungo l'anello, la centrale riconosce ugualmente i dispositivi collegatevi, in quanto i due tronconi dell'anello tagliato sono comunque collegati alla centrale di controllo. Il sistema però deve comunque riconoscere ed avvertire dell'avvenuta interruzione, in quanto una seconda interruzione porterebbe all'esclusione di tutti i rivelatori compresi tra i due punti aperti dell'anello.
Sull'anello può essere collegato qualsiasi tipo di rivelatore (il sistema è sempre indirizzato come il precedente e riconosce il singolo rivelatore) ed il loro numero può essere anche superiore a 32, a patto di utilizzare degli isolatori di cortocircuito. Se il numero di rivelatori è invece inferiore a 32, gli isolatori non sono necessari. Ma cosa sono e a cosa servono questi isolatori ? Sono dispositivi che vengono inseriti nell'anello ed hanno lo scopo, in caso di cortocircuito, di limitare il numero di rivelatori che vanno fuori servizio. Infatti succede che, in caso di singolo cortocircuito, gli unici rivelatori che vanno fuori servizio sono quelli compresi tra un isolatore e la centrale (se il corto avviene in questo tratto), oppure quelli compresi tra due isolatori (se il corto avviene in questo tratto). Quanto sia il massimo numero di rivelatori fuori servizio che ci si possa permettere, ce lo dice l'appendice H della norma EN 54-2 dove afferma che “un corto circuito o una interruzione in un circuito di rivelazione non impedisca la segnalazione di un allarme incendio proveniente da più di 32 rivelatori incendio e/o punti di allarme manuale”. Ne consegue che gli isolatori di cortocircuito andranno al più posizionati ogni 32 rivelatori sull'anello.
Sullo stesso anello dei rivelatori possono essere collegati anche i punti di segnalazione manuale (Figura 13) sempre che questi siano univocamente individuabili dalla centrale. Per conservare l'indipendenza fra segnalazione manuale e automatica, occorre che i pulsanti manuali non deteriorino il funzionamento dei rivelatori automatici. Per fare ciò i punti di allarme manuale vengono “racchiusi” tra due isolatori di cortocircuito (Figura 13).
Figura 13 – Struttura di un impianto rivelazione indirizzato ad anello
3.4 Impianti di rivelazione incendi a BUS
La guida CEI 83-11 “I sistemi BUS negli edifici pregevoli per rilevanza storica e artistica”, propone l'esempio di una soluzione BUS per l'impianto di rivelazione incendi, il quale permette la centralizzazione degli allarmi in un punto qualsiasi dell'impianto e facilità di espansione (figura 14). Il sistema di rivelazione può essere dotato di differenti tipi di bus aventi caratteristiche diverse a seconda della loro funzionalità:
- bus locale tra centrale, terminali e gateway;
- bus interno tra i singoli moduli della centrale;
- bus di rivelazione locale che connette i singoli rivelatori alla centrale;
- bus di dati locale per i terminali ripetitori;
È possibile anche predisporre un sistema di rivelazione basato su sensori fumo collegati allo stesso bus assieme ad altri dispositivi dedicati ad altre tipologie di applicazione. Il vantaggio è che sullo stesso cavo (doppino tipo telefonico) vengono alimentati e controllati tutti i dispositivi, inclusi i sensori fumo. È possibile dedicare comunque una linea bus ai sensori così da identificare univocamente i dispositivi di rivelazione. In questo caso si possono utilizzare bus standard dedicati alla building automation che consentono di indirizzare univocamente ciascun sensore o gruppo di sensori e di avere in tempo reale su una postazione centralizzata tutti gli allarmi relativi.
Figura 14 – Impianto di rivelazione incendio con BUS condiviso da altre applicazioni
(guida CEI 83-11)
continua...