Sistema automatico antincendio: è costituito dall'apparecchiatura di lotta e protezione contro l'incendio (per esempio un impianto fisso di spegnimento, i fermi elettromagnetici delle porte e delle serrande tagliafuoco, attivare i sistemi di estrazione del fumo e del calore, disattivazione degli impianti tecnici, riportare gli ascensori a piano terra, azionare l'illuminazione di emergenza, etc.).
Figura 9 – Fermi elettromagnetici per porte tagliafuoco (Fsp sistemi) e dispositivo di spegnimento
Apparecchiatura di alimentazione: è il componente che fornisce la potenza di alimentazione per la centrale di controllo e segnalazione e per i componenti da essa alimentati. Vista l'importanza dell'argomento, ad essa sarà dedicata una sezione apposita.
Figura 10 – Alimentazione primaria da rete pubblica e alimentazione di riserva da batteria
3. Quali sono i tipi possibili di impianti di rivelazione
incendi realizzabili
In base alle necessità dell'ambiente da proteggere, possono essere progettati fondamentalmente tre tipi di impianti di rivelazione incendi, che si differenziano tra loro per configurazione e collegamenti.
3.1 Impianti di rivelazione incendi convenzionali a gruppo
In questo tipo di impianto la centrale di controllo è in grado di distinguere solo se l'incendio si è sviluppato in una certa zona (nella quale è installato un gruppo di rivelatori), ma non permette di distinguere con precisione quale rivelatore ha fatto scattare l'allarme incendio. La mancata individuazione singola dei rivelatori, rende adatto questo tipo di impianto soprattutto per ambienti e locali di piccole dimensioni, dove questa carenza non è particolarmente sentita.
La struttura dell'impianto è la seguente (Figura 11): dalla centrale di controllo partono due o più linee bifilari. Ognuna di queste linee deve essere dedicata esclusivamente ad una certa tipologia di componenti; quindi una linea per i rivelatori (in numero non superiore a 32), una linea per i punti di allarme manuale, una linea per gli avvisatori ottico-acustici, e così via. Ma non basta, infatti la norma UNI 9795 permette che rivelatori aventi un principio differente (fumo, calore, fiamma) possano essere posti sulla stessa linea solo a patto che siano singolarmente distinguibili dalla centrale. Ma questo non è possibile per gli impianti a gruppo, i quali allora possono avere linee costituite solo da rivelatori omogenei fra loro (una linea solo con rivelatori di fumo, una linea con solo rivelatori di calore, etc.) anche se è possibile mischiare le tecnologie di rilevazione, cioè sulla stessa linea porre, ad esempio, rivelatori di fumo puntiformi e rivelatori di fumo lineari.
Al termine di ciascuna delle linee collegate alla centrale, è posta una resistenza, al fine di bilanciare l'assorbimento di corrente delle linee stesse. Infatti il meccanismo di rilevazione di gruppo è basato sul seguente principio: in caso di allarme di uno o più rivelatori, aumenta notevolmente l'assorbimento di corrente da parte di essi (mentre in condizioni normali è quasi nullo); questo aumento viene sentito dalla centrale di controllo la quale provvede ad innescare l'allarme.
La separazione fra le linee con i rivelatori automatici e quelle con i pulsanti manuali, va nell'ottica di non influenzare il rilevamento automatico con quello manuale e anche per poter gestire anche in modo differente, da parte della centrale, i due allarmi che potrebbero richiedere procedure diverse.
Il bilanciamento di ogni linea tramite resistenza finale, deve essere tale da poter individuare sia il cortocircuito, sia l'interruzione della linea e sia la rimozione di uno più dispositivi collegati alla linea (rivelatori, pulsanti, etc.), inviando una specifica segnalazione di guasto alla centrale di controllo.
3.2 Impianti di rivelazione incendi convenzionali indirizzati
In questi impianti viene superato il limite dell'impianto precedente, in quanto i rivelatori sono in grado di trasmettere uno specifico segnale codificato (ogni rivelatore ha un proprio identificatore ID) che ne consente l'individuazione singola da parte della centrale di controllo. Questo permette di individuare con precisione il punto dell'ambiente in cui è installato il rivelatore che ha causato l'allarme, e non più solo la generica zona come nell'impianto precedente. Viene a cadere anche la limitazione riguardo alla coesistenza sulla stessa linea di dispositivi con principio di rivelazione differente, fornendo la possibilità di avere un impianto di rivelazione come in figura 12. Tutte le altre condizioni sono le stesse degli impianti di rivelazione a gruppo.
Anche in questo tipo di impianto il bilanciamento di ogni linea tramite resistenza finale, deve essere tale da poter individuare sia il cortocircuito, sia l'interruzione della linea e sia la rimozione di uno più dispositivi collegati alla linea (rivelatori, pulsanti, etc.), inviando una specifica segnalazione di guasto alla centrale di controllo.
Figura 11 – Struttura di un impianto rivelazione a gruppi
Figura 12 – Struttura di un impianto rivelazione indirizzato
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