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La sicurezza degli impianti elettrici nei locali ad uso medico
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4.3 Apparecchio con parte applicata collegato direttamente alla rete

Nel circuito di figura 4.5 un paziente sottoposto a cure mediante apparecchiatura con parti applicate può essere attraversato da tutta la corrente di dispersione sulla parte essendo la resistenza equivalente del circuito sul paziente molto più piccola rispetto a quella dell'impedenza Ze di dispersione verso terra dell'apparecchio. Secondo i limiti stabiliti dalle Norme il paziente potrebbe essere percorso, per apparecchi di tipo CF, da una corrente di 10 microampere in condizioni di normale funzionamento e di 50 microampre in condizioni di primo guasto. In condizioni di primo guasto la corrente di dispersione sulla parte applicata potrebbe pregiudicare la sicurezza del paziente.


Fig. 4.5 - Un apparecchio con parti applicate alimentato direttamente dalla rete elettrica munito di regolare collegamento a terra determina una corrente di dispersione sul paziente di valore inaccettabile. L'apparecchio è di tipo CF e sul paziente secondo i limiti stabiliti dalle Norme può fluire una corrente di 10 o di 50 microampere rispettivamente in condizioni di uso normale o di primo guasto.


5. Protezione contro le correnti di microshock

Dall'esame delle caratteristiche dei circuiti appena descritti si evidenziano chiaramente i rischi a cui è sottoposto il paziente quando è in presenza di microcorrenti di dispersione anche se contenute entro i limiti previsti dalle Norme. Per rendere trascurabile il pericolo di microschock si rende quindi necessario adottare alcuni provvedimenti:
- limitazione della corrente di dispersione verso terra degli apparecchi elettromedicali (tab. 2.1) ;
- limitazione della resistenza del conduttore di protezione dell'impianto e del cavo di alimentazione degli apparecchi elettromedicali (fig. 2.3);
- egualizzazione dei potenziali;
- installazione di un sistema di separazione elettrica dei circuiti.

5.1 Il nodo equipotenziale

Nei locali a grande rischio di microshock, per limitare le cadute di tensione pericolose che si possono stabilire a causa di un guasto, si rende necessario un sistema di egualizzazione dei potenziali. Tutte le masse e le masse estranee che possono venire in contatto col paziente, direttamente o indirettamente, devono essere collegate in un unico punto ad un nodo equipotenziale. Con riferimento alla fig. 5.1 un guasto su di un apparecchio non collegato al nodo equipotenziale non risulta pericoloso per le apparecchiature all'interno della zona in cui può risiedere il paziente perché tutti gli apparecchi assumono lo stesso potenziale che resta vincolato al nodo equipotenziale.

Fig. 5.1 - Un guasto su di un apparecchio al di fuori del sistema equipotenziale non è pericoloso per il paziente perché su tutte le apparecchiature, collegate al nodo equipotenziale, si stabilisce lo stesso potenziale.


La situazione si complica se il guasto avviene in uno degli apparecchi all'interno del sistema equipotenziale. La corrente di guasto che percorre il conduttore di protezione (in un sistema TN potrebbe essere anche piuttosto elevata) moltiplicata per la resistenza di tale conduttore determina una differenza di potenziale rispetto agli altri apparecchi con grave pericolo per il paziente (fig. 5.2)


Fig. 5.2 - Un guasto su di un apparecchio all'interno del sistema equipotenziale può essere molto rischioso per il paziente perché la corrente di guasto che percorre il conduttore di protezione moltiplicata per la resistenza propria di tale conduttore produce una pericolosa differenza di potenziale rispetto agli altri apparecchi

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