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Rischio di fulminazione

(3/4)

Di seguito sono raccolti le componenti di rischio da prendere in considerazione per ogni tipo di perdita e rischio relativo.

Sorgenti di danno

S1

S2

S3

S4

Componente del rischio

RA

RB

RC

RM

RU

RV

RW

RZ

Rischio per tipo di perdita

R1

*

*

*(1)

*

*

*

*(1)

*(1)

R2

-

*

*

*

-

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*

*

R3

-

*

-

-

-

*

-

-

R4

*(2)

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*(2)

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*

*

(1)Solo per strutture con rischio di esplosione, se si tratta di un ospedale o comunque se  il fuori servizio delle apparecchiature può provocare perdita di vite umane
(2) Solo se si tratta di edifici ad uso agricolo con possibilità di perdita di animali

La somma delle varie componenti di rischio variamente combinate, scelte fra quelle su indicate e pertinenti ad una determinata struttura, fornisce il rischio complessivo R.

Un altro percorso indicato dalla norma per il calcolo del rischio totale tiene conto delle porzioni di rischio relative al tipo di fulminazione o al tipo di danno:

•  Tipo di fulminazione (diretta o indiretta) – Il rischio totale è dato da R=RD +RI dove RD =RA +RB +RC è il rischio pertinente ai fulmini che cadono direttamente sulla struttura mentre RI =RM +RU +RV +RW+RZ è il rischio corrispondente alla fulminazione indiretta della struttura e diretta e indiretta delle linee.

•  Tipo di danno – Il rischio totale riferito al tipo di danno è dato da R=RS +RF +RO dove RS =RA +RU è il rischio inerente i danni a persone o animali, RF =RB +RVè il rischio relativo ai danni fisici alla struttura e RO =RC +RM +RW +RZ è il rischio relativo a guasti alle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Il rischio di danno imputabile al fulmine RXin una struttura è espresso dalla equazione (fig. 1):

Fig. 1 – Il rischio R dovuto al fulmine, in un determinato lasso di tempo, è dato dal prodotto del numero di fulmini N che può riguardare una struttura, nel periodo di tempo considerato, per la probabilità P che il fulmine possa causare una perdita, per l'entità media della perdita L che ne deriva

NX rappresenta la frequenza di fulminazione ovvero il numero di fulmini che, solitamente all'anno, possono interessare la struttura. Si determina tenendo conto della densità di fulmini a terra per chilometro quadrato all'anno, delle dimensioni e della posizione topografica della struttura, delle caratteristiche delle linee entranti (numero, area, interrata, lunghezza).

PX identifica la probabilità che un fulmine provochi delle perdite. Dipende dalle caratteristiche e da ciò che contiene la struttura, dagli impianti elettrici e di segnale installati nella struttura,  dalla resistività  superficiale del suolo all'esterno e del pavimento all'interno dell'edificio, dalle caratteristiche delle linee entranti e dalle eventuali misure di protezione adottate.
LX è l'ammontare  medio del danno. Tiene conto, in relazione alla destinazione d'uso della struttura, del tipo della perdita, della presenza e del tempo di sosta delle persone, del valore economico (della struttura ma anche di ciò che vi è contenuto oppure dell'importanza delle attività svolte), di particolari elementi che possono accrescere i danni e delle eventuali misure di protezione adottate.

Per il calcolo del rischio la nuova norma introduce, novità assoluta, la possibilità di classificare  un edificio in zone  permettendo di razionalizzare l'impiego delle protezioni e di limitarne, a fronte purtroppo di calcoli piuttosto laboriosi, i costi complessivi. Le caratteristiche specifiche di ogni zona possono infatti influire sulla composizione delle varie componenti di rischio, così come ad esempio all'esterno il tipo di suolo e l'eventuale presenza di esseri viventi possono influenzare le componenti RA ed RU, i compartimenti antincendio possono avere effetto sulle componenti R B ed R V , ecc..

 

continua...

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