Non tutti i circuiti a bassissima tensione
sono intrinsecamente sicuri
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Con riferimento alla fig. 3, a causa di un guasto tra gli avvolgimenti del trasformatore sulla massa, rappresentata dall'elettroserratura, si stabilisce una tensione verso terra di 230 V. L'apparecchio, costruito per funzionare a 12 V, non è però in grado di sopportare una tensione di 230 V e, susseguente al primo, è facile prevedere un secondo guasto determinato dal cedimento dell'isolante.

Fig. 3 - A causa di un guasto tra gli avvolgimenti del trasformatore sulla massa rappresentata dall'elettroserratura si stabilisce una tensione verso terra di 230 V

Un'altra situazione pericolosa, descritta in fig. 4, può essere causata da un guasto tra i circuiti a bassissima tensione e i circuiti a bassa tensione.

Fig. 4 - A causa di un guasto tra i circuiti a bassissima tensione e i circuiti a bassa tensione si stabilisce una tensione verso terra di 230 V

Si chiarisce dunque il perché la norma richieda il collegamento a terra dell'apparecchio alimentato tramite sistema FELV, collegamento che deve essere realizzato sempre, anche in assenza del morsetto di terra. In caso di incidente su un circuito alimentato con un sistema FELV, sebbene anche il costruttore dell'apparecchio potrebbe essere chiamato a rispondere di eventuali danni, l'installatore è sempre ritenuto responsabile in prima persona per non aver installato un trasformatore di sicurezza o per aver omesso il collegamento a terra della massa dell'apparecchio . Gli apparecchi alimentati dal sistema FELV potrebbero avere l' involucro isolante. In questo caso l'isolamento deve essere dimensionato per la tensione primaria del trasformatore per evitare che sul secondario del trasformatore, a causa di un guasto di isolamento, si possa trasferire la tensione primaria. L'isolamento dell'apparecchio, infatti, sarebbe sollecitato in modo intollerabile e la persona a contatto con la massa potrebbe essere sottoposta al rischio di un contatto diretto.

8 novembre 2008
fine