LA SICUREZZA ELETTRICA
IN BASSA TENSIONE
Protezione
attiva dai contatti indiretti in relazione al sistema di distribuzione
(6)
7.3
Sistemi
IT
7.3.1
Caratteristiche del sistema
Si ricorre al sistema
di distribuzione IT negli impianti in cui è necessario
garantire la continuità perché un disservizio potrebbe provocare
gravi danni alla produzione (fig. 7.12). Questo sistema è
caratterizzato dal fatto che il neutro è isolato o connesso
a terra tramite impedenza di valore opportuno (alcune centinaia
di ohm negli impianti 230/400 V) e le masse sono connesse
a terra.
Fig. 7.12
- Sistema di distribuzione IT .
Un guasto a terra in
un sistema con neutro isolato da terra provoca la circolazione
di una piccola corrente di guasto dovuta principalmente all’accoppiamento
capacitivo dei cavi ed in misura minore ai motori e agli altri
componenti dell’impianto (fig. 7.13). La tensione limite
UL può essere facilmente contenuta entro valori
non pericolosi in quanto, visto il modesto valore della
corrente di guasto, è facile soddisfare la condizione :
(7.18)
dove:
RT è la resistenza,
espressa in ohm, del dispersore al quale sono collegate le masse ;
Ig è la corrente di guasto,
espressa in ampere, fra un conduttore di fase e una
massa ;
ULè il massimo valore
ammissibile per la tensione di contatto in seguito ad un guasto
a massa (UL=50 V per ambienti ordinari, UL=25
V per ambienti particolari).
Fig. 7.13 – Percorso della
corrente di primo guasto a terra in un sistema IT.
Se questa condizione è
soddisfatta il guasto può permanere per un tempo indefinito
senza che vi sia pericolo di contatti indiretti. Questa caratteristica
è molto vantaggiosa in quegli impianti in cui l’interruzione
del servizio può causare danni economici o causare pericolo
per la salute delle persone. Le Norme CEI ne consentono l’utilizzo
negli impianti di prima categoria dotati di cabina propria e
prescrivono che la tensione limite sulle masse, a causa di un
primo guasto a terra, non superi UL=50 V per
ambienti ordinari e UL=25 V per ambienti particolari.
In caso di contatto diretto la corrente che fluisce attraverso
la persona è invece piuttosto pericolosa soprattutto nel caso
di impianti con linee in cavo molto estese (se il neutro è isolato
da terra e i circuiti sono poco estesi il contatto non è pericoloso
trattandosi di misura di protezione per ‘separazione elettrica’).
Inoltre, in caso di permanenza di un primo guasto a terra, una
persona che subisse un contatto diretto sarebbe sottoposta alla
tensione concatenata anziché alla tensione stellata come
invece succede in un sistema TT o TN. Per ovviare a questo inconveniente
si rende necessario ricorrere ad un sistema di controllo continuo
dell’isolamento verso terra, in modo che sia facile individuare
ed eliminare un primo guasto a terra. Il dispositivo di controllo
dell’isolamento è un apparecchio sempre inserito, regolato per
una soglia di circa 0,4 MW
che segnala acusticamente o visivamente la mancanza di isolamento
minimo prestabilito causato dal primo guasto verso terra.
Per evitare manomissioni la regolazione deve essere effettuata
solo tramite chiave o attrezzo. Al verificarsi di un allarme
per caduta dell’isolamento deve far seguito una rapida ricerca
del punto di guasto che può essere eseguita solo se si dispone
di apparecchiature adeguate e di personale specializzato.
Una particolare attenzione occorre avere per i luoghi
MARCI dove il permanere di una corrente verso terra è
poco gradita perché potrebbe produrre riscaldamenti localizzati
ed innescare un incendio. Inoltre allo stabilirsi di un secondo
guasto si ha la circolazione su due circuiti di una sovracorrente
il cui valore non è noto a priori e i dispositivi di protezione
potrebbero non essere adatti a proteggere adeguatamente i circuiti.
In questi luoghi è necessario impartire particolari istruzioni
al personale affinché, scegliendo il momento più adatto, cioè
quando il disservizio è minore, provveda ad aprire manualmente
il circuito quando il dispositivo di controllo dell’isolamento
segnala un primo guasto a terra.
7.1.1
Protezione dai contatti indiretti
Al primo guasto a terra
sappiamo che la condizione 7.18 è facilmente soddisfatta ed
un’eventuale resistenza di guasto (a differenza dei sistemi
TT e TN) aumenta la sicurezza. Con il primo guasto a terra il
sistema non è più isolato da terra e si trasforma in un sistema
TT (fig. 7.14) o TN (fig 7.15) a seconda che le
masse siano collegate ad un unico impianto di terra o ad impianti
di terra separati.
Fig. 7.14 – Impianto IT con
le masse degli utilizzatori collegate ad uno stesso impianto
di terra. A seguito di un primo guasto a terra il sistema IT
si trasforma in un sistema TN.
Fig. 7.15 – Impianto IT con
le masse degli utilizzatori connesse a impianti di terra separati.
A seguito di un primo guasto a terra il sistema IT si trasforma
in un sistema TT.
In questo secondo caso,
la corrente di guasto è normalmente in grado di far intervenire
le protezioni di massima corrente. Se invece la messa a terra
è ottenuta con impianti di terra separati la corrente
di guasto potrebbe non essere in grado di far intervenire le
protezioni di massima corrente. Se si usassero i relè differenziali
si potrebbero verificare situazioni di disservizio dovute al
loro intervento intempestivo per cui si ritiene normalmente
più economico costruire un impianto di terra unico in modo da
convertire il sistema IT in un sistema TN.
Le condizioni per assicurare
la protezione contro i contatti indiretti devono quindi essere:
a) Conformi alle
prescrizioni per i sistemi TT se le masse sono messe a terra
singolarmente o per gruppi;
b) Conformi alle
prescrizioni per i sistemi TN se le masse sono collegate allo
stesso impianto di terra ma distinguendo tra impianto con neutro
non distribuito e impianto con neutro distribuito.
Neutro non distribuito
-Il doppio guastointeressa due fasi (fig. 7.16) come
se si trattasse di un sistema TN con una tensione uguale a
Purtroppo
l’anello di guasto e la relativa impedenza non sono noti in
quanto il guasto può avvenire in due punti qualsiasi dell’impianto.
La Norma stabilisce convenzionalmente che l’impedenza dell’anello
di guasto debba essere la metà di quella permessa per un sistema
TN. In questo modo dovrebbe essere possibile l’apertura di almeno
uno dei due circuiti guasti in un tempo stabilito come da tabella
7.5 (neutro non distribuito). La condizione da soddisfare quando
il neutro non è distribuito diventa :
(7.19)
dove :
Ia è la corrente
che provoca l’intervento del dispositivo di protezione del circuito
entro il tempo t specificato nella tabella 7.5 per i circuiti
terminali che alimentano apparecchi trasportabili, mobili o
portatili ed entro 5s per gli altri circuiti come per i sistemi
TN;
Zs1 è l’impedenza dell’anello di guasto
costituito dal conduttore di fase e dal conduttore di protezione;
U0 è la tensione nominale tra fase e neutro;
U è la tensione nominale tra fase e fase.
Fig.7.16 – Sistema di distribuzione IT. Circuito senza neutro distribuito
continua...
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