LA SICUREZZA ELETTRICA
IN BASSA TENSIONE
Protezione
attiva dai contatti indiretti in relazione al sistema di distribuzione
(4)
7.2.2
I collegamenti equipotenziali
La situazione descritta
nel paragrafo precedente corrisponde al caso limite di una
persona all’aperto in cui la tensione di contatto a vuoto
coincide con la tensione totale. All’interno di un edificio
le condizioni di sicurezza migliorano perché con i collegamenti
equipotenziali si può ridurre la tensione di contatto ad una
parte della tensione totale. I collegamenti equipotenziali
sono molto più importanti per la sicurezza nei sistemi TN
che non nei sistemi TT.
Fig.
7.7 – a) A causa di un guasto tutte le masse assumono un potenziale che dipende
da Zf
/
Zpe. Si ha una caduta di tensione sul PE
che non può essere trascurata.
b) Circuito equivalente. Si possono stabilire differenze
di potenziale tra le masse e tra queste e le masse estranee.
Un guasto che avvenisse su di una massa all’inizio dell’impianto
(in cabina) in genere non introduce potenziali pericolosi
In un sistema TT il
conduttore di protezione, essendo di resistenza trascurabile
rispetto alla resistenza di terra, è praticamente equipotenzale
per tutta la sua lunghezza. In un sistema TN il conduttore
di protezione (PE) ha un’impedenza uguale o superiore all’impedenza
del conduttore di fase ed assume un potenziale diverso lungo
il suo percorso. Può essere costituito dall’insieme di più
tratti a sezione diversa:
·
un primo tratto, dalla massa al quadro di settore ;
·
un secondo tratto, dal quadro di settore al
collettore principale nel quadro di distribuzione ;
·
un terzo tratto, dal collettore principale
alla cabina.
(7.13)
A seguito di un guasto
sulle masse si stabilisce una tensione totale pari alla somma
delle cadute di tensione nei tre tratti del conduttore di
protezione e la tensione sarà diversa a seconda che le masse
in oggetto si trovino a monte o a valle del punto di guasto.
In particolare tutte le masse a valle del punto di guasto
si porteranno ad un potenziale pari alla tensione di contatto
a vuoto nel punto di guasto (sulla massa più vicina o sede
del guasto), mentre, per quelle a monte, i valori di tensione
saranno decrescenti fino ad annullarsi all’origine dell’impianto
(cabina). Se si effettua il collegamento equipotenziale (principale-EQP)
all’ingresso di una massa estranea nell’edificio (ad esempio
tubazione idrica) l’intera massa estranea si porta alla tensione
U1 e quindi la tensione tra massa e massa estranea
si riduce a U2+U3 (la serie
della resistenza del neutro in cabina e la resistenza della
massa estranea verso terra, Rtn+Rme,
sono in parallelo col conduttore (PE) che collega il
collettore principale con la cabina ma la sua impedenza è
trascurabile rispetto alla serie Rtn+Rme
quindi la tensione U1 non diminuisce in modo apprezzabile).
Se il collegamento equipotenziale viene effettuato in
prossimità della massa (collegamento equipotenziale supplementare-EQS)
la sicurezza migliora ulteriormente in quanto la massa ora
assume la sola tensione U3 (da notare che
la tensione U3 si stabilisce non solo tra
l’apparecchio guasto e la massa estranea ma anche sulle altre
masse collegate al nodo di terra del quadro di piano).
In definitiva la resistenza verso terra di una persona
dipende dal collegamento equipotenziale tramite una
resistenza Req. Il collegamento equipotenziale
riduce tanto più la tensione di contatto quanto più il collegamento
equipotenziale è prossimo al punto di guasto e risulta indispensabile
se i dispositivi di protezione non possono intervenire in
un tempo inferiore a quello indicato sulla curva di sicurezza
per la tensione totale Ut=U1+U2+U3=UC0.
7.2.3
La sicurezza all’esterno degli edifici
Diverso risulta il problema
della sicurezza all’esterno di un edificio dove la resistenza
verso terra di una persona non può più dipendere dal collegamento
equipotenziale. La tensione di contatto a vuoto assume il
valore dato dalla 7.8 e i tempi di intervento dei dispositivi
potrebbero non soddisfare la curva di sicurezza (le statistiche
dimostrano che i rischi più elevati si riscontrano per i sistemi
TN all’aperto ad esempio nei giardini). Per migliorare la
sicurezza si potrebbe collegare localmente a terra la
massa anche se i risultati non sono molto lusinghieri
in quanto la situazione migliora tanto più quanto è
minore il rapporto Rt/Rn. Purtroppo,
spesso Rt ha valori più elevati di Rn
e quindi, per ottenere dei benefici dalla messa a terra
locale, sarebbe necessaria una più efficiente (con costi notevolmente
superiori) configurazione del sistema dispersore. Solo con
l’installazione di un dispositivo differenziale a bassa sensibilità
(
) installato sulle derivazioni all’esterno è possibile rispettare
i tempi d’intervento richiesti dalla curva di sicurezza (questo
però non protegge dai pericoli derivanti dalla presenza di
eventuali tensioni sul neutro).
7.2.4
Caratteristiche della protezione dai contatti indiretti
Per attuare la protezione
con dispositivi di massima corrente o differenziali in un
sistema TN è richiesto che sia soddisfatta in qualsiasi punto
del circuito la seguente condizione:
(7.14)
Dove :
U0
= tensione nominale in valore efficace tra fase e neutro
in volt dell’impianto relativamente al lato in bassa tensione
Zs
= Impedenza totale in ohm dell’anello di guasto
che comprende il trasformatore il conduttore di fase e quello
di protezione tra il punto di guasto e il trasformatore
Ia
= Corrente in ampere che provoca l’intervento del dispositivo
di protezione entro il tempo indicato in tabella 7.3.
Se si impiega un dispositivo
differenziale, Ia è la corrente IDn
differenziale nominale, se invece si utilizza lo stesso dispositivo
impiegato per la protezione contro le sovracorrenti si può
usare, per la verifica della relazione, la corrente di intervento
della protezione magnetica Im che fa intervenire
la protezione in tempi inferiori a quelli prescritti dalla
norma.
U0
(V) |
Tempo
di interruzione (s) |
Ambienti
normali |
Ambienti
particolari |
120
230
400
>400 |
0,8
0,4
0,2
0,1 |
0,4
0,2
0,06
0,02 |
Tab. 7.3