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LA
SICUREZZA ELETTRICA IN BASSA TENSIONE
Elettrofisologia (1)
2.
Elettrofisiologia
2.1
Variazioni di potenziale e attività biologica
Sono
molto conosciuti gli esperimenti che Galvani fece alla fine
del XVIII sulla contrazione del muscolo di una rana per l’applicazione
di una differenza di potenziale elettrico. Da allora, la conoscenza
dei fenomeni elettrici inerenti il corpo umano e degli effetti
della corrente elettrica esterna introdotta su di essi, sono
ampiamente studiati in una disciplina scientifica denominata
elettrofisiologia. Le variazioni di potenziale prodotte
dall’attività biologica, all’interno del corpo umano sono
indicative del funzionamento normale o anormale di alcuni
organi: cuore (elettrocardiogramma), cervello (elettroencefalogramma),
muscoli (elettromiogramma), occhio (retinogramma).
2.2
Potenziale di riposo
Il
corpo umano, in gran parte composto di una soluzione salina
conduttrice, si può dire sia costituito da un insieme di atomi
o gruppi di atomi che, quando perdono o acquistano elettroni,
sono chiamati ioni (cationi, se hanno perso elettroni oppure
anioni, se hanno acquistato elettroni); sono tali le cellule
(Fig. 2.1) o il liquido interstiziale che le separa. Ioni
K+, Na+, Cl+, ecc.., che
si muovono verso zone di minor concentrazione e che sono soggetti
al campo elettrico generato dall’insieme degli altri ioni.
Poiché la cellula ha verso gli ioni un comportamento di tipo
selettivo, gli ioni non si diffondono allo stesso modo dentro
e fuori la cellula (ad esempio la cellula è molto permeabile
allo ione potassio piuttosto
che allo ione sodio). Lo ione K+ viene trasportato all’interno della cellula mentre lo ione Na+
viene espulso con la tipica azione di pompaggio biochimico
a spese dell’organismo (pompa metabolica). La cellula viene
quindi a possedere un potenziale negativo all’interno rispetto
all’esterno (potenziale di riposo). Nei mammiferi le cellule
del sistema nervoso centrale presentano un potenziale di riposo
di 70 mV: una differenza di potenziale notevole se si considerano
le piccole dimensioni della cellula.
Fig.2.1
- E' possibile misurare il potenziale che presenta la cellula,
negativo all'interno rispetto all'esterno, tramite un millivoltmetro
La membrana
cellulare separando cariche elettriche si comporta
come un condensatore . La membrana non è perfettamente
isolante ed è attraversata da un certo numero di ioni
perciò, oltre ad un valore di capacità, presenterà
anche una resistenza elettrica. Il modello elettrico
semplificato delle cellule umane sarà perciò rappresentato
da un condensatore C in parallelo con una resistenza
R e da un generatore di tensione che rappresenta il
potenziale di riposo determinato dalla diversa concentrazione
di ioni nella cellula (Fig. 2.2).
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Fig. 2.2
Schema elettrico
equivalente di una cellula.
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2.3
Potenziale d’azione
Se si applica ad una cellula eccitabile
un impulso di corrente di polarità inversa a quella della
cellula stessa, il potenziale da negativo diviene positivo
per ritornare di nuovo al valore iniziale. Quando lo stimolo
elettrico eccita la cellula, aumenta notevolmente la permeabilità
della membrana agli ioni sodio che, entrando nel citoplasma
della cellula,
prima la depolarizzano, annullando la differenza di potenziale
tra interno ed esterno,
e poi ne causano l’inversione di polarità. L’ampiezza
minima dell’impulso di corrente necessario ad
eccitare la cellula e a determinarne l’inversione del
potenziale decresce con l’aumentare della durata per tendere
ad un valore costante secondo una curva
simile ad un’iperbole equilatera denominata curva di
eccitabilità . Uno stimolo elettrico riesce a eccitare la
cellula soltanto se produce un flusso di corrente la cui intensità
e durata sono superiori ad una soglia
che prende il nome di reobase. Per stimoli di intensità
superiore alla reobase, l'eccitazione avviene soltanto se
la durata dello stimolo e l'intensità di corrente sono al
di sopra della curva mostrata in figura 2.3. Questa curva
rappresenta il limite per cui uno stimolo riesce a eccitare
una cellula .
Fig.
2.3 - Curva di eccitabilità
di una cellula
2.4
Soglia di percezione
I segnali elettrici connessi con l’attività
biologica controllano
il funzionamento dei vari organi e vengono trasmessi dai neuroni
del sistema nervoso. Stimoli elettrici
che superano la soglia di eccitabilità e che provengono
dall’esterno possono
risultare pericolosi e influire sulle funzioni vitali. La
pericolosità di questi stimoli può variare a seconda dell’intensità
e della natura della corrente, dalla durata del contatto,
dalla costituzione fisica della persona colpita (massa corporea
e stato di salute) e
dalla frequenza. Correnti a maggior frequenza sono meglio
sopportate in quanto la durata dell’impulso necessario ad
eccitare la cellula, inversamente proporzionale alla frequenza,
diminuisce all’aumentare della frequenza e quindi è necessario
aumentare l’intensità dello stimolo per provocare la modificazione
del potenziale di riposo della cellula. Inoltre la pericolosità
della corrente elettrica diminuisce perché questa tende a
passare attraverso la pelle. Il fenomeno descritto si chiama
appunto “effetto pelle” poiché i danni provocati dal passaggio
della corrente elettrica interessano solo la pelle e non gli
organi vitali. Anche
la corrente continua può essere pericolosa ma è necessaria
un’intensità maggiore di quella alternata a 50 Hz
a causa di un fenomeno che avviene nella cellula sottoposta
ad uno stimolo continuo detto di accomodazione: in presenza
di uno stimolo ininterrotto la cellula si adatta alla nuova
situazione aumentando la sua soglia di eccitabilità. Il valore
di corrente percepibile da una persona è un fatto individuale
che dipende da diversi fattori: non è facile determinare i
minimi valori di corrente che superano la soglia di percezione e quindi
si ricorre a criteri statistici e a metodi sperimentali.
Continua...
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