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IMPIANTI

 

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L'impianto di terra condominiale (2/3)

 

2.1 I collegamenti equipotenziali


In relazione alla protezione dai contatti indiretti, negli impianti elettrici si individuano essenzialmente due tipi di elementi: le masse e le masse estranee. Una massa è una parte metallica normalmente non in tensione ma che può andarci se si ha un cedimento dell'isolamento principale. Una parte metallica per essere considerata massa deve però trovarsi entro un volume accessibile alle persone e poter essere toccata senza rimuovere volontariamente involucri od ostacoli. Una parte metallica che può andare in tensione perché a contatto con una massa non è invece da considerare una massa.
Una parte conduttrice non facente parte dell'impianto elettrico ma che può introdurre il potenziale di terra (tubazione metallica in buon contatto col terreno) o un altro potenziale proveniente da un impianto estraneo (potenziale pericoloso trasferito dall'impianto guasto di un'altra unità abitativa) si chiama invece massa estranea. Le masse e le masse estranee devono essere collegate all'impianto di terra. Un elemento metallico che non presenta le caratteristiche suesposte della massa o della massa estranea non può introdurre differenze di potenziale pericolose e come tale non deve essere collegato a terra. Un esempio di come una massa estranea possa trasmettere un potenziale pericoloso che ha origine in un'altra unità abitativa (fig. 3) e le condizioni pericolose che si possono verificare fra una massa e una massa estranea (fig. 4) sono riassunte nelle seguenti figure.

Fig. 3 - Potenziale trasmesso attraverso una massa estranea

 


Fig. 4 - Condizioni pericolose fra masse e masse estranee

a) Potenziale pericoloso a causa di una massa casualmente in tensione (230 V) e di una massa estranea al potenziale di terra (0 V)

b) Potenziale pericoloso a causa di una massa collegata regolarmente a terra (0 V) e di una massa estranea che trasferisce un potenziale di guasto proveniente da altra unità abitativa (230 V)


Il primo caso di figura 4 può essere tenuto sotto controllo con la messa a terra della massa e coordinando in modo opportuno i dispositivi di interruzione del guasto con la resistenza dell'impianto di terra. Nel secondo caso la messa a terra dell'utilizzatore e l'interruzione del circuito di alimentazione non è però più sufficiente a rimuovere il pericolo perché la tensione pericolosa è trasmessa attraverso una massa estranea da un'altra unità abitativa e permane anche se si scollega dalla rete di alimentazione l'utilizzatore correttamente collegato a terra. Il pericolo può essere controllato solamente effettuando un collegamento, chiamato equipotenziale, tramite un conduttore adeguatamente dimensionato, fra la massa e la massa estranea. I collegamenti equipotenziali possono essere principali (EQP) o supplementari (EQS). I collegamenti equipotenziali supplementari sono quelli che vengono eseguiti localmente in particolari ambienti come ad esempio il bagno, mentre quelli principali, che interessano la parte comune del condominio, sono quelli che vengono effettuati direttamente tra una massa estranea e il collettore principale di terra, come ad esempio quelli che si realizzano in cantina sui tubi dell'acqua e del gas entranti nell'edificio. Il dimensionamento degli EQP (fig. 5) è stabilito dalla Norma CEI 64-8 in funzione della maggior sezione fra i conduttori di protezione (PE) che fanno capo al collettore principale di terra. L'EQP deve avere una sezione minima uguale alla metà del PE di sezione maggiore e, per ragioni di resistenza meccanica, non deve avere una sezione inferiore a 6 mm2 .

Fig. 5 - Esempio di dimensionamento dei conduttori equipotenziali EQP

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