Le strutture veterinarie non saranno
più
normativamente parificate a quelle umane
Nei prossimi mesi una variante alla guida CEI 64-56
“Sembrava una sessione d'esame ”- ha detto Marco Maggi dopo il fuoco di fila di domande a cui è stato sottoposto dagli ingegneri del CEI, il Comitato Elettrotecnico Italiano. Nella seduta del 20 ottobre scorso , il dr. Maggi - Responsabile per l'ANMVI della normativa sull'impianto elettrico in struttura veterinaria - ha dovuto sostenere un confronto con il Gruppo 64-56 del Comitato, per convincerlo a studiare una soluzione normativa adatta agli impianti elettrici delle strutture veterinarie. E c'è riuscito: il CEI ha riconosciuto che l'attuale parificazione normativa delle strutture veterinarie a quelle di umana non è sostenibile e che ci sono buone ragioni per rimettere mano alla Norma CEI 64-8. Per i veterinari questo importante risultato significherà regole più snelle e costi ridotti . I lavori di revisione normativa inizieranno il 12 dicembre prossimo e le nuove regole dovrebbero venire alla luce entro il 2006 .
Dal Verbale del CEI: “ Il dr. Maggi, che rappresenta la Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI), con sede a Cremona, ha illustrato ai presenti le ragioni che hanno indotto la sua Associazione a chiedere un chiarimento sulle esigenze impiantistiche degli studi, degli ambulatori e delle altre strutture veterinarie, tenendo conto anche dell'accordo intervenuto tra il Ministro della Salute, le Regioni e le province autonome in merito alla classificazione di tali strutture, pubbliche e private. Al termine della discussione che si è avuta sulla opportunità di trattare l'argomento in sede CEI, si è concordato di iniziare la preparazione di un Allegato alla Guida CEI 64- 56 inteso a fornire chiarimenti sulla applicabilità delle prescrizioni della Sezione 710 della Norma CEI 64-8 alle varie strutture ad uso veterinario ”. Tradotto vuol dire che, non potendo modificare la Norma, il CEI ha accettato di realizzare un Allegato di norme applicative, esclusive del settore veterinario, con l'individuazione di due “gruppi” (GRUPPO 1 e GRUPPO 2) corrispondenti a due livelli di impiantistica, una di base ed una più complessa per le strutture che svolgono prestazioni di chirurgia più avanzata. Entrambi i gruppi saranno espressamente individuati solo per la veterinaria.
Non è stato semplice convincere i tecnici e gli ingegneri del Comitato (fra questi rappresentanti nazionali anche degli installatori e degli elettricisti, bio-ingegneri e operatori commerciali di materiale elettrico). Le obiezioni più pertinenti hanno riguardato il valore morale del paziente-animale e il suo valore economico, quelle più disinformate hanno confuso le diverse realtà in cui si esercita la professione veterinaria e i diversi livelli di responsabilità rispetto alla sicurezza elettrica (es. differenza di esercizio in struttura per animali da compagnia, dall'esercizio in allevamento).
Alle seconde obiezioni si è presto risposto riconducendo il confronto alle strutture veterinarie soggette all'Accordo Stato-Regioni del novembre 2003 e quindi ad autorizzazione sanitaria; alle prime, si è fatto fronte rivendicando per il medico veterinario l'autodeterminazione professionale e la libera scelta responsabile fra gruppo 1 o gruppo 2, in base alla discrezionalità professionale riconosciuta in capo al Direttore Sanitario. Il gruppo 2 consentirà di mettersi al riparo dai blackout e di dotarsi di un impianto in grado di alimentare autonomamente la struttura in caso di emergenza energetica e di consentire al medico veterinario di portare a termine l'intervento chirurgico.
Tenuto conto che il CEI non riconvocava gli ingegneri del Gruppo 64-56 dai tempi del varo della “norma-madre”, il fatto stesso che si siano formalmente aperti i lavori di revisione è un risultato che fa ben sperare. Lo stesso CEI - che ha verbalizzato l'impegno e in qualità di Ente normatore ha la piena facoltà di stendere le nuove regole - ne ha riconosciuto l'importanza arrivando ad ipotizzare l'esportazione su scala europea di un risultato normativo che, primi in Europa, i medici veterinari italiani potranno vantare.
Fonte: Professione veterinaria (Organo di informazione dell'Associazione nazionale Medici Veterinari Italiani)
28 novembre 2005