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IMPIANTI

Classificazione aree
pericolose per la presenza di gas, effettuata in base alla norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-
30).
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Impianti EX (1)

1. Perchè nasce il pericolo

Una guida sugli impianti elettrici nei luoghi a rischio esplosione non può che iniziare cercando di definire e chiarire come e perchè si può formare una esplosione. Per spiegare ciò, si fà riferimento spesso a quello che viene definito il triangolo della combustione (figura 1).


Figura 1- Il triangolo del fuoco

Da questo si capisce che affinchè avvenga un'esplosione occorre la contemporanea presenza di tre elementi:

  • COMBUSTIBILE : sono definiti per le loro caratteristiche due tipi di combustibili; prima di tutto il gruppo gas, vapori, nebbie, poi un secondo gruppo costituito dalle polveri combustibili (o infiammabili).
  • COMBURENTE : l'ossigeno presente nell'aria (nella concentrazione del 21%), o in altre sostanze normalmente allo stato gassoso.
  • INNESCO : che può essere provocato da due ordini di fattori, elettrico (arco, ad esempio provocato dall'apertura di contatti, scintilla, ad esempio provocata da una scarica elettrostatica, ma anche da un'altra miriade di possibilità anche meccaniche come attriti, saldature, etc.) e termico (cioè temperature eccessive provocate o da fiamme o anche ad esempio da resistenze elettriche per riscaldamento).

Oltre alle due categorie di sostanze combustibili citate, esiste una terza categoria, quella delle sostanze esplosive vere e proprie (es. dinamite, tritolo, nitroglicerina) sia allo stato di polveri o allo stato liquido o gelatinoso, che contengono insieme combustibile e comburente, e che quindi hanno bisogno solo dell'innesco per provocare un'esplosione. Come vedremo più avanti, per i luoghi in presenza di queste sostanze non esistono ancora norme europee comunitarie di riferimento. Queste sostanze sono definite per l'Italia dal R.D. n. 635 del 6 maggio 1940 e successivi aggiornamenti.

In realtà gli stessi tre elementi, combustibile, comburente e innesco costituiscono la combinazione giusta anche per un incendio. L'unica differenza, in una esplosione, è che l'energia viene liberata in tempi, e anche in spazi, molto limitati.

Assodato come avviene un'esplosione, vediamo quali sono gli strumenti per cercare di evitarla. Normatori e legislatori hanno ingaggiato quasi una gara, soprattutto negli ultimi anni, per fornire agli addetti ai lavori codici di ausilio e supporto nella ricerca della massima sicurezza degli impianti. Il lodevole intento ha però creato una vera e propria giungla tra decreti, direttive, leggi, norme italiane, norme europee, classificazioni extraeuropee, chiarimenti, abrogazioni, aggiustamenti etc. Prendiamo allora in mano un metaforico machete, e iniziamo ad aprirci una strada verso una maggiore chiarezza, tenendo presente che la situazione è in continua evoluzione.

Innanzitutto diciamo che siamo in un momento di transizione in cui nuove norme sono da poco entrate in vigore, altre sono decadute; nuove direttive comunitarie stanno per entrare in vigore e tutto questo aggiunge confusione a confusione.

Cominciamo da una classificazione normativa. I luoghi considerati a possibile rischio vengono suddivisi in base al tipo di combustibile o combustibile-comburente che può provocare l'esplosione, ed ecco allora:

  1. I luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori, nebbie
  2. I luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di polveri
  3. I luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di sostanze esplosive

Un'altra premessa doverosa. Le norme che catalogano questi luoghi sono essenzialmente di due tipi: norme che si utilizzano per classificare i luoghi, cioè per decidere se e quali zone dell'impianto sono a rischio esplosione, ed un secondo gruppo di norme che si occupano di come realizzare gli impianti elettrici in questi luoghi e come effettuarne la verifica e la manutenzione.

2. Normativa

2.1 Norme per i luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori, nebbie

Questi sono i luoghi per i quali la situazione è maggiormente stabile, anche se non ancora chiarissima e definitiva. Fino al 1996 la norma di riferimento erano la CEI 64-2 e la CEI 64-2/A, norme totalmente italiane, poichè non esistevano norme europee su questo argomento. Da allora in poi, a poco a poco tutte le parti della CEI 64-2 e CEI 64-2/A che trattavano di questi luoghi sono state abrogate e sostituite da norme europee adottate dal CEI come norme nazionali. La situazione attuale è quindi la seguente:

Norme da utilizzare per classificare i luoghi (gas)
EN 60079-10 (CEI 31-30) "Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas - Parte 10: classificazione dei luoghi pericolosi". GUIDA CEI 31-35 "Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all'applicazione della norma EN 60079-10 (CEI 31-30) - Classificazione dei luoghi pericolosi". GUIDA CEI 31-35/A "Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all'applicazione della norma EN 60079-10 (CEI 31-30) - Classificazione dei luoghi pericolosi - Esempi di applicazione".


Norme da utilizzare per realizzare e verificare gli impianti (gas)
EN 60079-14 (CEI 31-33)
" Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)".
EN 60079-17 (CEI 31-34)
" Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)".
GUIDA CEI 31-26 "Guida per la manutenzione delle costruzioni elettriche nei luoghi con pericolo di esplosione di Classe 1 e 3 (diversi dalle miniere)". GUIDA CEI-ISPESL
"Guida per la verifica delle installazioni elettriche in luoghi pericolosi".

 

2.2 Norme per i luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di polveri

Questi sono luoghi per i quali la situazione da poco si è stabilizzata. Dal 1 luglio 2003 infatti la normativa europea ha sostiituito definitivamente quella italiana. La coabitazione forzata tra normativa EN e normativa CEI è terminata. Il CEI ha pubblicato proprio nel 2003 la versione italiana della norma EN 50281-3 classificandola come CEI 31-52. In sintesi ci troviamo attualmente in queste condizioni:

Norme da utilizzare per classificare i luoghi (polveri)
EN 50281-3 (CEI 31-52) "Costruzioni elettriche destinate all'uso in ambienti con presenza di polvere combustibile. - Parte 3: Classificazione dei luoghi dove sono o possono essere presenti polveri combustibili".


Norme da utilizzare per realizzare e verificare gli impianti (polveri)
EN 50281-1-2 (CEI 31-36) " Costruzioni elettriche destinate all'uso in ambienti con presenza di polvere combustibile. Costruzioni elettriche protette da custodie - Scelta, intallazione e manutenzione".

 

2.3 Norme per i luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di sostanze esplosive

Questi sono luoghi per i quali non esiste ancora una normativa comunitaria, e quindi ci si affida ancora completamente a norme italiane. Infatti questi sono i luoghi classificati di classe 0 secondo la CEI 64-2, che in questo caso gode ancora di lunga vita. Ma di che luoghi stiamo parlando ? Sono quelli in cui il pericolo di esplosione nasce proprio dalla presenza di sostanze come dinamite, tritolo, etc. che non hanno la necessità del comburente per esplodere, ma solo di un innesco. Possono essere aziende in cui si producono esplosivi, in cui li si trattano, in cui li si immagazzinano.

Norme da utilizzare per classificare i luoghi (esplosivi)
CEI 64-2 "Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione - Prescrizioni specifiche per la presenza di polveri infiammabili e sostanze esplosive" - cap. IV relativo ai luoghi di classe 0.


Norme da utilizzare per realizzare e verificare gli impianti (esplosivi)
CEI 64-2 "Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione - Prescrizioni specifiche per la presenza di polveri infiammabili e sostanze esplosive" - cap. VI e XII relativo ai luoghi di classe 0.

Come avrete avuto modo di capire, se avete seguito il breve riassunto che abbiamo appena fatto, sono in atto passaggi e cambiamenti normativi piuttosto considerevoli ed epocali. L'armonizzazione europea ha portato e sta portando con sè una grande quantità di nuove norme che vanno ancora digerite. Il passaggio dai "centri di pericolo" (CEI 64-2) alle "sorgenti di emissione" (CEI EN 60079-10) ci ha portati da una classificazione delle zone pericolose abbastanza rigida, ma più semplice, ad una classificazione sicuramente più elastica, ma anche con un approccio meno dettagliato e quindi affidato in gran parte alla professionalità del progettista. In sostanza con le nuove norme sicuramente è più difficile riuscire a individuare le zone di pericolo, ma una volta fatta, l'individuazione è più precisa.
La norma CEI 64-2, più pratica, più semplice da applicare, e anche più restrittiva, probabilmente non andrà in soffitta così presto, in quanto nessuno vieta di utilizzarla comunque come punto di riferimento, come guida alla progettazione, anche se i riferimenti normativi ufficiali sono diventati altri.

 

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