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Impianti elettrici nelle strutture agricole e zootecniche
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Protezione contro l'incendio e il pericolo di esplosione

Un luogo è da considerare a maggior rischio in caso d'incendio quando la classe del compartimento antincendio calcolata secondo i dettami della C.M.I. n° 91/1961 risulta superiore a 15. Solitamente, vista la difficoltà nello stabilire la quantità massima di prodotti combustibili che potrebbero essere stoccati in un determinato ambiente e quando sono presenti animali in numero rilevante, si preferisce prevedere un impianto elettrico adatto a luoghi con maggior rischio in caso di incendio. In questo caso si deve far riferimento alla sezione 751 della Norma CEI 64-8 ponendo particolare attenzione ai problemi legati all'evacuazione degli animali. Per la protezione contro gli incendi  vige la necessità di installare almeno un interruttore differenziale con I dn non superiore a 0,5 A. Tutti i componenti che nel funzionamento ordinario possono produrre archi, scintille o punti caldi, devono avere involucri con grado di protezione non inferiore a IPX4  (in pratica IP44). Questa disposizione non si applica se i componenti sono installati su o dentro strutture non combustibili o se di tipo mobile. Gli apparecchi per il riscaldamento devono essere tenuti a distanza di sicurezza dagli animali ed essere installati in modo sicuro per evitare rischi d'incendio  e scottature agli animali stessi (distanza dagli animali di almeno 0,5 m). I prodotti agricoli che presentano componenti in polvere combustibile possono, in particolari condizioni, creare atmosfere tendenzialmente esplosive. E' un problema che non interessa generalmente i prodotti freschi quanto piuttosto lo stoccaggio e la manipolazione di quelli secchi e che, nelle strutture agricole, si può presentare ad esempio in silos e tramoggie in fase di carico e scarico, nei depositi di farine, quando l'involucro non è perfettamente sigillato, ecc. Si possono formare pertanto zone 21, con atmosfere esplosive presenti per un tempo limitato durante la fase di normale lavorazione, zone 22, nelle quali durante il funzionamento normale è improbabile il formarsi di atmosfera esplosiva che quindi può essere presente solo occasionalmente e zona 20, con presenza permanente o per lunghi periodi dell'atmosfera esplosiva (fig. 4).


Fig. 4 – Esempi di sorgenti di emissione tipiche delle strutture agricole

In questi casi l'impianto elettrico deve rispondere alla Norma 31-36 che richiede componenti protetti da custodie con grado di protezione IP 6X per le zone 20 e 21 e IP 5X per la zona 22. Queste custodie devono essere conformi alla direttiva ATEX e riportare sigle identificative EEx II 1 D per la zona 20, EEx II 2 D per la zona 21 e EEx II 3 D per la zona 22. Oltre a questo la superficie delle custodie non deve mai raggiungere, nelle peggiori condizioni, la temperatura di accensione della nube di polvere (per i prodotti agricoli circa 350° C). Il pericolo di esplosione può manifestarsi anche negli impianti di riscaldamento alimentati con gas metano o GPL. In questi casi l'individuazione delle zone pericolose (l'estensione di queste zone è funzione del rapporto fra l'emissione in caso di guasto e la portata d'aria di ventilazione) deve essere condotta con i criteri forniti dalla Norma Cei 31-30 e alla guida Cei 31-35.

3. Alimentazione dei circuiti tramite gruppo elettrogeno

Per l'alimentazione temporanea di aree non elettrificate o in alcuni casi per sopperire alla mancanza di alimentazione dalla rete di distribuzione, può essere necessario l'uso di un gruppo elettrogeno. Solitamente si utilizzano macchine trifase col centro stella collegato a terra a costituire un temporaneo sistema TN (fig. 5). In questo caso l'interruttore di protezione generale al verificarsi di un gusto a terra deve intervenire in tempi inferiori a 0,2 s. Solo l'impiego di un dispositivo differenziale può garantire un intervento nei tempi stabiliti perché gli usuali interruttori magnetotermici, essendo l'impedenza interna dei piccoli generatori piuttosto elevata, difficilmente possono garantire un corretto coordinamento.

Fig. 5 – Alimentazione mediante gruppo elettrogeno con centro stella collegato a terra a costituire un sistema TN

Val la pena ricordare che, a particolari condizioni, è ammesso anche l'uso di un gruppo elettrogeno monofase con adeguate caratteristiche di separazione che alimenta un solo utilizzatore alla volta (fig.6).

Fig. 6 – Alimentazione di un solo utensile mediante gruppo elettrogeno con caratteristiche di separazione elettrica

4. Impianto di illuminazione

L'impianto di illuminazione deve garantire, a seconda del luogo di installazione, livelli di illuminamento e di comfort visivi sufficienti.  Indicativamente si possono consigliare i seguenti valori (Norma UNI EN 12464-1):

 

TIPO DI LOCALE

ILLUMINAMENTO MEDIO MANTENUTO 
(lx)

ABBAGLIAMENTO

RESA DEL COLORE

Postazioni ricovero degli animali malati, celle parto

200

25

80

Carico e gestione delle merci, lavorazione con macchinari e utensili

200

25

80

Preparazione mangimi, mungitura, lavaggio utensili

200

25

80

Tab. 2 – Valori delle principali grandezze illuminotecniche da adottare all'interno di ambienti in strutture agricole

In alcuni casi (grandi allevamenti, sala mungitura, ecc..)  potrebbe essere necessario prevedere un impianto di illuminazione di sicurezza (norme CEI 64-8 cap. 35 e 56)  che può essere scelto indifferentemente sia di tipo centralizzato sia del tipo con apparecchi autonomi.

 

Fine
5 febbraio 2010

 

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