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Contattori elettromeccanici

1. Generalità

I contattori elettromeccanici sono apparecchi meccanici in grado di stabilire, portare e interrompere le normali correnti di alimentazione degli utilizzatori. Il comando può essere manuale o automatico e la forza per la chiusura dei contatti principali, solitamente normalmente aperti, è fornita da un elettromagnete che, quando è eccitato, vincendo la forza esercitata da due molle antagoniste, provoca la commutazione dei contatti mobili. Il contattore è un’apparecchiatura che presenta alcune significative caratteristiche: può essere comandato a distanza e da più punti, garantisce quando è diseccitato la separazione galvanica tra due circuiti, se manca la tensione di alimentazione si diseccita automaticamente per azione delle molle di apertura e arresta in sicurezza la macchina che alimenta, opportunamente coordinato con un relè termico può essere utilizzato quale avviatore per i motori asincroni, può azionare circuiti ausiliari di comando e allarme.
I contattori di bassa tensione sono assoggettati per le regole generali alla Norma CEI EN 60947-1 (CEI 17-44) mentre per le prescrizioni particolari alla Norma CEI EN 60947-4-1 (CEI 17-50).

2. Caratteristiche costruttive

Costruttivamente un contattore elettromagnetico è composto essenzialmente dalle seguenti parti (fig. 1.2).

Fig. 1 – Principali caratteristiche costruttive di un contattore elettromagnetico

· Contatti di potenza o contatti principali – Sono i contatti principali normalmente aperti (NO) con il contattore diseccitato. Hanno il compito di stabilire, portare e interrompere le normali correnti di alimentazione degli utilizzatori ;
· Contatti ausiliari - Sono di dimensioni ridotte rispetto a quelli di potenza, variamente combinati fra loro sono utilizzati per la costruzione del circuito di comando e possono essere normalmente aperti (Normally Open - NO) oppure normalmente chiusi (Normally – Close - NC);
· Elettromagnete – Quando è percorso da corrente genera il campo magnetico necessario a far muovere il nucleo mobile e i contatti ad esso fissati verso il nucleo fisso. I nuclei magnetici sono sempre composti da un pacchetto di lamierini con lo scopo di limitare la formazione di correnti parassite. I nuclei presentano la caratteristica forma a mantello e sul giogo centrale del nucleo fisso è inserita la bobina di eccitazione. Particolare attenzione viene posta nel dimensionamento del traferro (dell’ordine dei decimi di millimetro) per impedire che il teleruttore possa restare nella posizione di lavoro quando si diseccita la bobina o riprendere la posizione di riposo con ritardo a causa della magnetizzazione residua. Per limitare la rumorosità e non pregiudicarne la durata di funzionamento, sui poli viene inserita la cosiddetta spira silenziatrice. La presenza di questa spira permette di sfasare in parte il flusso evitando in tal modo che possa mancare la forza elettromagnetica al passaggio della corrente per lo zero con momentaneo sgancio della parte mobile e conseguenti dannose vibrazioni;
· Molle antagoniste – Si oppongono, caricandosi, al movimento dell’equipaggio mobile e, scaricandosi, lo riportano in posizione di riposo quando l’elettromagnete viene diseccitato;

 

Fig. 2 – Identificazione dei morsetti e composizione dei contatti di un contattore



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